LA PERSECUZIONE DEGLI EBREI E LA NASCITA DI MOSE’
INTRODUZIONE
Gli Ebrei erano scesi in Egitto al tempo del patriarca Giacobbe, a causa di una carestia che aveva impoverito la Palestina.
In Egitto essi furono ben accolti perché uno di loro, Giuseppe, figlio di Giacobbe, venduto dai suoi fratelli ad alcuni mercanti arabi, era stato ben accolto colà ed era diventato viceré. La situazione degli Ebrei divenne critica quando in Egitto si perse il ricordo di Giuseppe.
LA PERSECUZIONE DEGLI EBREI
In Egitto andò al potere un re nuovo, che non aveva conosciuto Giuseppe; questi disse al popolo: “Ecco che il popolo d’Israele è più numeroso e più forte di noi. Prendiamo dunque delle precauzioni riguardo ad esso, per timore che si moltiplichi, ci dichiari guerra, venga anch’esso ad aggiungersi al numero dei nostri nemici, ci combatta e se ne vada dal paese”.
Furono dunque posti dei sorveglianti sopra Israele, per opprimerlo con angherie e gli Ebrei dovettero costruire per il Faraone le città magazzino di Pitom e Ramses. Ma quanto più il popolo veniva oppresso, tanto più si moltiplicava e si diffondeva, cosicché gli Egiziani presero in odio i figli di Israele; li fecero lavorare in pessime condizioni e resero amara la loro vita, lavori gravosi di costruzione e nei campi; tutti lavori ai quali li sottometteva con crudeltà.
Il re degli Egiziani parlò alle levatrici ebree, delle quali una si chiamava Shifrah e un’altra Puah: “Quando assistete le Ebree e le vedete sulla seggiola, se è maschio uccidetelo, se è femmina lasciatela vivere”.
Ma le levatrici, che temevano Dio, non fecero come aveva detto loro il re degli Egiziani e lasciarono vivere i bambini. Allora il re degli Egiziani le chiamò e disse loro: “Perché avete lasciato vivere i bambini?”
Le levatrici risposero al faraone che le donne Ebree non erano come le Egiziane: le partorienti partorivano prima che arrivasse la levatrice! E Dio beneficò quelle levatrici, e il popolo crebbe e divenne moto forte …
Il faraone poi comandò; “Ogni bambino nato sia gettato nel fiume; tutte le bambine vivano”.
LA NASCITA DI MOSE’
Un uomo della tribù di Levi prese in moglie una della sua tribù. Essa concepì e partorì un figlio e, vedendolo molto bello, lo tenne nascosto per tre mesi.
Ma poi, non potendolo più tenere nascosto, prese una cesta di vimini, la spalmò di bitume e di pece, vi mise dentro il bambino e lo espose così fra i giunchi sulla riva del fiume, mentre la sorella di lui stava a distanza a vedere cosa gli sarebbe accaduto
La figlia del faraone scese a fare il bagno nel fiume e le sue ancelle camminavano lungo la riva; vista nel canneto quella cestina, mandò una delle sue serve a prenderla, l’aprì e vide il, bambino, ed ecco che egli piangeva!
Ne ebbe compassione e disse: “Questo bambino è di Ebrei”.
Allora la sorella del bambino le domandò: “Vuoi che ti vada a chiamare una donna ebrea, la quale possa allattare il bambino?”
Ed ella rispose: “Va!”
La fanciulla andò a chiamare la madre del fanciullo. Ed essa, la figlia del Faraone, disse: “Eccoti questo bambino, allattalo ed io te ne darò ricompensa”.
La donna prese il fanciullo e l’allattò e quando fu cresciuto lo consegnò alla figlia del Faraone, la quale lo adottò come figlio e gli mise nome Mosè, dicendo:
L’ho preso nel mezzo dell’acqua”. (Esodo, 2,1-10)