NON TUTTO IL MALE VIENE PER NUOCERE Anna (continuazione)
Ancora giorni di convalescenza e di terapia per la mia gamba. Non ero ancora in grado di soddisfare il mio desiderio di tornare presto al lavoro; “pazienza, mi dicevo, vedrai che questa brutta situazione sarà ancora per poco tempo”.
A meno di una settimana dall'ultima dimissione dall'ospedale, fui di nuovo colta da un' emorragia, ancora dovetti ricorrere alle cure dei medici in servizio al pronto soccorso, si, ero diventata proprio una paziente abituale, tutto il personale mi conosceva.
In quell'occasione non fui ricoverata, il medico di turno si limitò ad iniettarmi degli anticoagulanti e altri ne prescrisse affinché io potessi proseguire la cura a casa. Gli chiesi una spiegazione, quale era la causa che mi aveva procurato questo problema, lui mi rispose che molto probabilmente nell'intervento a cui ero stata sottoposta, la settimana precedente, forse, il chirurgo aveva troppo assottigliato la parete del mio utero e questa era la ragione del sanguinamento ma, potevo restare tranquilla non c'era alcun pericolo né conseguenze, si, mi confermò che non avrei avuto altri problemi.
Io mi sentii rinfrancata e tornai a casa serena, eseguii la terapia che mi aveva prescritto, fino alla sua conclusione, contemporaneamente eseguivo la terapia per la riabilitazione della mia gamba ma senza troppi successi, infatti, il dolore non accennava a diminuire. Nei momenti che ero in preda alle crisi di sconforto, mi ritenevo sfortunata, ma nello stesso tempo ringraziavo il Signore e tutti i Santi del paradiso, riconoscendo la fortuna di avere intorno a me l'aiuto e la generosa disponibilità delle persone che ho già menzionato e, così i miei giorni trascorrevano.
Terminata la cura degli anticoagulanti prescrittami, mi ripromettevo di fare richiesta per una visita di controllo ma, non ebbi tempo di mettere in atto questo mio proposito che ebbi ancora un' emorragia, decisi di andare ancora nell'ospedale situato accanto alla mia abitazione.
Era la notte del Sabato Santo, ancora la trafila del pronto soccorso e dopo un ulteriore visita, il dottore di guardia, vedendo che il sangue, nonostante le cure immediate, non accennava a diminuire, decise per un nuovo ricovero, mi spiegò che avevo bisogno di ulteriori controlli ed eventualmente di un nuovo intervento chirurgico. A questa notizia fui colta dalla disperazione, il medico mi sembrò molto comprensivo, infatti, acconsentì alla mia richiesta di tornare il Lunedì, poiché l'indomani era il giorno di Pasqua ed io, non mi ero preparata per il ricovero, inoltre, anche se non avevo nessun familiare con cui trascorrere quel Santo giorno, desideravo lo stesso essere fra le pareti di casa mia. Il dottore riconobbe che in ogni caso non avrei avuto altre cure che le iniezioni che lui stesso mi aveva prescritto, così mi diete due di quelle fiale da iniettarmi nelle ore successive e mi permise di tornare a casa, però con l'accordo che sarei ritornata l'indomani pomeriggio per il ricovero.
Fu veramente per un disegno Divino il mio rientro in casa, perché ricevetti la telefonata di mio fratello, (da anni non avevamo che degli sporadici rapporti a causa di sciocche incomprensioni che con il trascorrere del tempo avevano innalzata una barriera fra noi che sembrava ormai insormontabile).
Lui, non mi aveva chiamata per avere con me uno scambio d'auguri ma bensì per mostrarmi ancora le sue proteste ed insoddisfazioni nei confronti miei e di nostra madre che tuttora vive insieme con lui e la sua famiglia. Io dovetti dirgli ciò che mi stava capitando e che non ero in grado di sopportare le loro controversie.
La mia lunga notte trascorse e la mattina della Santa Pasqua, con una calma che mi stupì, preparai tutto l'occorrente per la mia degenza, poi, pranzai e, nel primo pomeriggio mi accinsi a far ritorno in ospedale. Il personale era stato avvisato del mio arrivo e mi aspettava ed un letto era già pronto. Il Lunedì trascorse, senza nessuna novità.
Il martedì mattina, il primario mi visitò, e dopo mi diede la notizia che il mio utero era da asportare. La cosa non mi preoccupò più di tanto, non so il perché ma me l'aspettavo.
Poco dopo ebbi la bella sorpresa di vedere mio fratello: il nostro incontro non fu molto espansivo, anche a causa dei nostri caratteri schivi, lo informai di ciò che mi stava capitando. Poco dopo telefonò sua moglie e si offrì di assistermi dopo l'intervento; io accettai felice la sua offerta e questo fu soltanto il primo di tanti piccoli passi di riavvicinamento.
(continua al numero successivo) |