LORENZO VALERA
Nel mio breve e frammentario excursus, che ha attraversato la Storia dell’Arte rinascimentale, ho cercato di trovare alcuni attributi, che vengono assegnati al Figlio di Dio, in diverse opere, dagli artisti che ho preso in considerazione. Così, per esempio, in Piero della Francesca vediamo rappresentato il Figlio trionfante; come in Caravaggio lo contempliamo mistico (in una delle sue due “Cena in Emmaus); in Bellini è rappresentato il Cristo morto, che rivive spiritualmente nella pietà della Madre; è l’Emmanuele annunciato in Lorenzo Lotto; giudice in Michelangelo, pensante in Leonardo, moribondo e deforme in Masaccio.
Con un volo di 400 anni si giunge in epoca moderna, nei primi anni del 1900, per parlare di un Cristo Pantocratore del tutto particolare, icona dell’Amore Misericordioso, che accoglie in sé tutti gli attributi contemplati nelle opere degli artisti citati.
Si tratta di una scultura lignea, che la Madre Speranza commissiona nel 1930 all’artista spagnolo Lorenzo Valera*. E’ un crocifisso le cui fattezze indicate alla Madre Speranza direttamente da Gesù, attraverso un intermediario madrileno, che fece da modello al Valera.
Il Cristo è alto m 1,83. L’opera è ricca di simbolismo: l’Ostia, la Corona Reale, il Mondo, il Vangelo, la Croce, il Cuore dipinto sul petto, diventano immagini-simbolo, carichi di significato profondo L’espressione del volto non è più di un uomo sofferente, ma del Figlio glorificato che chiede misericordia al Padre per il mondo intero. E’ un Cristo indulgente. Ci troviamo di fronte al Cristo Amore Misericordioso, il cui simbolo è il Cuore ardente di Carità, impresso sul petto del Corpo Glorioso del Risorto (Gv.16,8-14), non più ferito al costato dalla lancia, ma un cuore intatto e fiammeggiante di Amore. Il Sangue della Nuova Alleanza, tracciato sulle mani, sui piedi e sulla fronte indica che fu il Cristo Sofferente, il quale accettò il martirio e, morendo, perdonò e donò la salvezza a tutti.
La Croce dunque diventa trono del Figlio Risorto e trionfante, e Altare su cui poggia l’Ostia consacrata: il Corpo transustanziato di Gesù. Perciò possiamo vedere, nell’opera di Valera, il Cristo insieme trionfante e glorioso, Implorante e Misericordioso; un Re Pantocrate, che fa di noi non i suoi servi (Gv. 15,12-19) ma dei principi da Lui eletti e consacrati nella verità (Gv. 17,13-20), per uno speciale mandato. E’ un Re con l’autorevolezza che Egli ci ha trasmesso, ci manda per il mondo ((Gv 15,26-27), ad annunciare il Vangelo e a dimostrare che l’Alleanza è un dono di Dio, per l’unità e la pace fra tutti gli uomini.
Quel Crocifisso ci parla di vita. Ora è l’Ostia, pane della vita, “rugiada” dello Spirito Divino , che ci unisce al Figlio in un solo Corpo, condividendo tutto con Gesù: cammino e meta. Cristo è fra noi e in noi, Autorevole condottiero, come il Risorto dipinto da Piero della Francesca, ma anche misericordioso, come Egli volle essere rappresentato nel Crocifisso di Collevalenza (frazione di Todi PG). Ora è l’Ostia che ci salva, il Corpo transustanziato di Gesù che è in noi e fra noi, nelle nostre coscienze, nelle opere del nostro quotidiano, nei nostri pensieri, nei nostri progetti, nel progresso della umano intelligenza e nello Spirito di coloro che lo amano. Noi, principi, ma non di questo mondo (Gv 15,12-19), eletti dal Re dell’Universo, Giudice che valuta i nostri peccati usando misericordia (fonte di consolazione e di comunione), siamo mandati nel mondo intero a testimoniare l’eredità che ci ha lasciato il nostro Pantocrate: il Vangelo, che è vita vissuta, la sua Parola che è verità.(Gv.17.13-20). Lo Spirito dell’opera ispirata del Valera, trasluce e si manifesta ogni volta che, di fronte al Crocifisso dell’Amore Misericordioso, e contemplandolo, tracciamo sul nostro corpo il Segno della Croce, diventandone immagine riflessa (Rom.12,1-5) in un corpo unico con l’intento di santificare la nostra giornata e la nostra vita, in nome del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo.
Lo Spirito donato da Gesù (Gv 15, 26-27), quale “caparra” della eredità promessa, trasuda dal Crocifisso, attraverso i simboli rappresentati, dona vita; e ci rende sicuri profeti della promessa di quella Vita Eterna e del Mondo che verrà, che ci farà un Corpo unico con il nostro Re (Rom 12,1-5), per sempre.
- Lorenzo Coullaut Valera, nato nel 1876 a Siviglia e morto nel 1932 a Madrid. Partecipa a numerose e prestigiose mostre nazionali e internazionali. Lascia molte sue opere in diverse piazze e giardini pubblici spagnoli. Riceve molti premi, per la qualità artistica di tante sue opere. Alcune sue sculture sono esposte anche nell’America Latina.