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LARGO AI POETI

NOVEMBRE2004

     

 

Hermann Hesse – Nasce il 2 luglio 1877 a Calw (Germania). Le diverse origini nazionali dei familiari (nonna materna francese, padre russo, madre tedesca) ne fanno un cittadino del mondo, alieno da ogni forma di nazionalismo. Di famiglia fervidamente pietista, dal 1881 al 1886, soggiorna a Basilea dove frequenta la scuola per i figli di missionari, mentre la madre annota nel diario che il vivace temperamento del figlio la fa molto penare. Nel 1891 entra in seminario a Maulbronn (Germania). Nel 1892 fugge dal seminario; espulso per il cattivo influsso che potrebbe esercitare sui compagni. Viene poi mandato dai genitori presso il pastore Christoph Blunhardt; qui a giugno compra una pistola e minaccia il suicidio; viene perciò ricoverato in una casa di cura per malattie mentali a Stetten, dove passa mesi di disperazione che lo allontanano per sempre dalla religione della famiglia (ha appena 15 anni!). Rientra in famiglia e nel giugno 1894 va a lavorare come apprendista in una fabbrica di orologi. Da questo periodo egli comincia da solo la sua istruzione personale. Scrive tantissimo: poesie, romanzi, racconti, saggi (su Boccaccio, Francesco d'Assisi, Dostoevsky, Freud, sul Bhagavadgita, ecc) e articoli su riviste varie. Si sposa e divorzia due volte. Tra i suoi libri più conosciuti citiamo “Siddharta” (1921) Agosto 1946: la città di Francoforte gli conferisce il premio Goethe; e a Novembre Hesse riceve il premio Nobel. Nel 1956 viene fondato il premio Hermann Hesse. Nel 1962 Hesse muore a Montagnola, presso Lugano, dove viveva con la terza moglie Ninon Dolbin, studiosa di Storia dell'arte.

PER VIA (da “Poesie” di Hermann Hesse. Ed. Oscar Mondatori

E quando fu salito sulle nuvole

in alto alla montagna in arie chiare,

il regno dei morti si aprì dinanzi a me;

di mille antichi avi una tregenda,

un baleno di spiriti guizzanti.

E mi afferrò bizzarra l'intuizione

che io non sono un singolo, un estraneo,

che la mia anima, lo sguardo dei miei occhi,

la mia bocca, l'orecchio, la cadenza dei passi

non sono nuovi e non soltanto miei

né la mia volontà che reputai sovrana.

Un raggio della luce io sono, una foglia sull'albero

di stirpi innumerevoli le cui genti

antiche vissero in boschi e in migrazione,

ed altri scatenati di guerra in guerra

ed altri ancora dei quali le dimore

costruite con oro e legno raro

nelle belle città si eressero splendenti.

Da loro sino allo sguardo silenzioso

che mia madre ebbe nel morirmi

è stato solo un certo e inarrestabile

cammino che mi porta alla deriva

dei tempi verso uomini di cui

sono avo remoto e ne contengo nella mia la vita.

E quando fui salito sulle nuvole

in alto alla montagna in arie chiare, si fece la mia vita

e il mio occhio che scruta e il cuore che batte,

un feudo inestimabile che grato io detenevo

senza essere per questo possessore

del suo valore e della sua bellezza che perciò non passa.

Ed aleggiò sulla mia fronte,

lieve, la fredda brezza delle cime. (traduzione di Mario Specchio)

CIMITERO CAMPESTRE

(da “Poesie” di Hermann Hesse. Ed. Oscar Mondatori

L'edera pende sopra croci storte,

sole mite, profumo, api canore.

Beati voi, nel rifugio che vi serra

stretti al cuore della buona terra.

Beati, voi che giacete senza nome in pace,

torna ti a casa, nel grembo della madre.

Ma ascolta: dal volo d'api, mentre tutto fiorisce

respira voglia di vita e gioia d'esistere,

dalle radici profonde dei sogni verso la luce

erompe lo slancio di estinte creature,

macerie di vita sepolte nelle tenebre

si trasformano per esigere il presente,

e la madre terra da regina si muove

per l'urgere di nascite nuove.

No, nella fossa non ti culla questo rifugio

di pace più greve di un sogno notturno;

il sogno di morte è solo fumo torbido.

sotto divampa la vita, il suo fuoco.

(traduzione di Mario Specchio)

Le poesie riportate in questa rubrica sono del carissimo amico Ciro Abate. La sua vita non è scritta sui libri di scuola ma è scritta sul libro di Dio, la sta scrivendo lui stesso a lettere (doro?). Ci ha promesso che prossimamente ci racconterà la sua storia.

Che sarà? Ciro Abate 21.06.04

Mai sono sceso

così tanto.

La Speranza

pare abbandonarmi.

Sento battere

le ali dell' Aquila

e un brivido

mi passa

l'anima.

Dio per favore

non spegnere

la Luce

voglio svegliarmi!

Esule Ciro Abate 02.09.2004

Vivo

senza fiato

catapultato

su terre nuove.

Il cuore innanzi!

Dopo tutto

…erano

soltanto parole .

Sulla Via

senza paura.

Non posso

tornare indietro.

Amo il ritmo

di gesti e movimenti

alla dissennatezza

quotidiana.

Un impeto mi assale:

gioia e gratitudine .

Ho ancora urlato Ciro Abate 17.06.04

Che c'è da dire?

Vergogna!

Altro chiedete?

Lo spettacolo

è appena finito.

Esagerata verità!

Polvere e sangue.

Carnefici e santi.

Una gran forza:

l'anima sparita !

Scrollano

il capo.

Ignoro Ciro Abate 17.06.04

Frantumato

lo spirito .

D'un tratto assorto

e dimentico

d'ogni altra cosa.

Sapevano bene

quanto valeva

la viva memoria.

No?

Andai

e adesso

tutto ignoro.


 

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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