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MAGGIO 2013

     

 

Ottavo Comandamento:

“Non dire falsa testimonianza”.

Dal II° Vol. di M. Valtorta: L’Evangelo come mi è stato rivelato” -Ed.CEV

 

MOSE'

 “Non dirai falsa testimonianza” è detto. Cosa c'è di più nauseante di un bugiardo? Non si può dire che egli accentra crudeltà con impurità? Sì, che si può. Il bu­giardo, parlo del bugiardo in cose gravi, è crudele. Egli uccide una stima con la sua lingua. Dunque non è diverso dall'assas­sino. Anzi dico: è più di un assassino. Costui uccide solo un corpo. Il bugiardo uccide anche il buon nome, il ricordo di un uomo. Perciò è due volte assassino. É l'assassino impunito per­ché non sparge sangue, ma lede un onore, e del calunniato e della sua intera famiglia. E non contemplo neppure il caso di uno che giurando il falso mandi un altro alla morte. Su questo già sono accumulati i carboni della Geenna. Ma parlo solo di chi con bugiarda parola insinua e persuade altri in sfavore di un innocente. Perché lo fa? O per odio senza ragione. O per avidità di avere ciò che l'altro ha. Oppure per paura.

Odio. Ha l'odio solo chi è amico di Satana. Il buono non odia. Mai. Per nessuna ragione. Anche vilipeso, anche danneg­giato, perdona. Non odia mai. L'odio è la testimonianza che un'anima perduta dà di se stessa, e la testimonianza più bella che viene data all'innocente. Perché l'odio è la rivolta del male contro il bene. Non si perdona a chi è buono.

Avidità. "Colui ha ciò che io non ho. Io voglio ciò che lui ha. Ma solo con lo spargere disistima su lui io posso giungere ad avere il suo posto. Ed io lo faccio. Mento? Che importa? Deru­bo? Che importa? Posso giungere a rovinare tutta una famiglia? Che importa?". Fra tante domande che l'astuto mentitore si fa, dimentica, vuole dimenticare, una domanda. Questa: "E se ve­nissi smascherato?". Questa non se la fa perché, preso dall'or­goglio e dall'avidità, è come uno dagli occhi tappati. Non vede il pericolo. É ancora come uno ebbro. É ebbro del vino satani­co, e non pensa che Dio è più forte di Satana e si incarica di fare le vendette del calunniato. Il mentitore si è dato alla Men­zogna e fida stoltamente nella sua protezione.

Paura. Molte volte uno calunnia per scusare se stesso. É la forma più comune di menzogna. Si è fatto il male. Si teme ven­ga scoperto e riconosciuto come opera nostra. Allora, usando ed abusando della stima che ancora si ha presso gli altri, ecco che si capovolge il fatto, e quello che noi si è fatto lo si addossa all'altro di cui si teme solo l'onestà. Ancora lo si fa perché l'al­tro, delle volte, è stato, senza volere, testimonio di una nostra mala azione, e allora ci si vuole mettere al sicuro da una sua testimonianza. Lo si accusa per renderlo inviso onde, se lui parla, nessuno lo creda. Ma agite bene! Agite bene! E di questa menzogna non avrete mai bisogno. Non pensate, quando mentite, come vi mettete un giogo pesante? Esso è fatto della soggezione al de­monio, della paura perpetua di una smentita e della necessità di ricordare la menzogna detta, coi fatti ed i particolari con cui fu detta, anche dopo degli anni, senza cadere in contraddizio­ne. Una fatica da galeotto. E servisse al Cielo! Ma serve solo a prepararsi il posto nell'inferno! Siate schietti. Così bella la bocca dell'uomo che non cono­sce menzogna! Sarà povero, sarà rozzo, sarà sconosciuto? Lo è, anzi? Sì. Ma è sempre un re. Perché è un sincero. E la sincerità è regale più dell'oro e del diadema, ed eleva sulle folle più di un trono, e dà corte di buoni più di quanta ne ha un monarca. Sicurezza e sollievo dà la vicinanza dell'uomo sincero. Mentre disagio dà l'amicizia dell'insincero e anche solo l'averlo vicino dà un senso di disagio. Non pensa chi mente che, poiché presto la menzogna affiora per mille cause, dopo egli è sempre tenuto in sospetto? Come poter accettare più quanto egli dice? Anche se dice il vero, e chi l'ode lo vuol credere, in fondo c’è sempre un dubbio: "Mentirà anche ora?". Voi direte: "Ma dove è la testimonianza falsa?". Ogni men­zogna è testimonianza falsa. Non solo quella legale. Siate semplici come semplice è Dio e il fanciullo. Siate veri­tieri in tutti i vostri momenti della vita. Volete essere reputati buoni? Siatelo in verità. Se anche un maldicente volesse dire di voi male, cento buoni direbbero: "No. Non è vero. Egli è buo­no. Le sue opere parlano per lui". In un libro sapienziale è detto: "L'uomo apostata procede con la perversità sulle labbra... nel suo cuore perverso prepara il male e in ogni tempo semina discordie... Sei cose odia il Si­gnore e la settima l'ha in esecrazione: gli occhi superbi, la lin­gua bugiarda, le mani che spargono sangue innocente, il cuore che medita iniqui disegni, i piedi che corrono frettolosi al ma­le, il falso testimonio che proferisce menzogne, e colui che se­mina discordie fra i fratelli... Per i peccati della lingua la rovi­na si avvicina al malvagio... Chi mentisce è un testimone frau­dolento. Il labbro veritiero non muta in eterno, ma è testimo­nio di un momento chi imbastisce linguaggio di frode. Le paro­le del sussurrone sembrano semplici, ma penetrano le viscere. Il nemico si riconosce al suo parlare quando cova tradimento. Quando parla con voce sommessa non te ne fidare, perché por­ta nel cuore sette malizie. Egli con finzione nasconde il suo odio, ma la sua malizia sarà rivelata... Chi scava la fossa vi ca­drà e la pietra cadrà addosso a chi la rotola". Vecchio come il mondo è il peccato di menzogna e senza mutazione è il pensiero del sapiente in proposito, come senza mutazione è il giudizio di Dio su chi è bugiardo. Io dico: "Abbiate sempre un solo linguaggio. Il sia sempre e il no sia sempre no anche di fronte a potenti ed a tiranni. E grande merito ne avrete in Cielo". Vi dico: "Abbiate la spontaneità del fanciullo che va per istinto da chi sente buono senza cercare altro che bontà. E che dice ciò che la sua stessa bontà gli fa pensare, senza calcolare se dice troppo e ne può avere un biasimo". Andate in pace.

 

TAVOLE

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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