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DICEMBRE 2014

     

GRANDI COSE HA FATTO IN ME L’ONNIPOTENTE E SANTO E’ IL SUO NOME

 

In Maria:

            Dio fece grandi cose fin dall’eternità, quando decretò che una donna avrebbe schiacciato la testa al serpente infernale. Quando stabilì che fosse la Nuova Eva, che avrebbe generato il Nuovo Adamo.

            Il legame affettivo che stringeva i due non era più quello sponsale, che presuppone un amore maturo, non perché non lo fosse quello di Gesù e Maria, ma perché ormai era diventato fragile a causa del peccato che bisognava riparare. Dio scelse per Maria la relazione materna con Gesù perché più adatto a partecipare empaticamente al sacrificio del Figlio. Questo legame affettivo è molto impregnato di misericordia come ormai era l’amore di Dio nei riguardi dell’uomo. Maria avrebbe riparato in questo modo il peccato di Eva e la sua caduta nella tentazione diabolica con la forza della grazia e della sua volontà buona e avrebbe, Lei virtuosa, riparato l’opera di seduzione di Eva nei riguardi di Adamo.

            Maria non si sarebbe mai opposta al piano del Padre su Gesù, anche se questo le faceva sanguinare il cuore.

            La grande cosa che Dio ha operato in Maria è stata quella di sostenerla nel difficile compito di corredentrice. Lei è rimasta nell’amore verso Dio e verso i suoi figli peccatori, che Gesù le ha consegnato dall’alto della croce, non permettendo al male di impossessarsi del suo cuore neanche nella forma del giusto risentimento per quello che gli uomini avevano fatto e fanno contro Gesù.

            Maria è rimasta nell’amore doloroso e offerente, come vittima sull’altare dell’amore come Gesù lo è su quello della croce, perché Maria, a differenza di Eva, ha capito la forza redentrice e santificante dell’amore. Lei, umile, conosceva la verità negata ai superbi. I superbi non conoscono la verità, perché la Verità è data da Dio che si comunica agli umili.

            Adamo ed Eva avrebbero potuto anche loro, illuminati da Dio, capire che dovevano amore solo a Dio da cui avevano ricevuto tutto e dubitare e allontanarsi dal serpente che confondeva le loro idee con promesse false, ma era il momento della prova e Dio esigeva da loro un atto di libera adesione, che non ci fu, perché abbacinati dal falso bagliore delle insinuazioni del serpente che li aveva ingannati dicendo che sarebbero diventati loro stessi Dio se mangiavano il frutto proibito, cioè se scavalcavano il limite umano, cosa impossibile all’uomo. L’albero proibito, infatti, era quello della scienza del bene e del male, cioè del sapere totale, prerogativa solo di Dio.

            Questo, Maria l’ha capito, si è tenuta lontano dal serpente infernale ed è rimasta in contatto diretto con Dio, ricevendo da Lui l’ispirazione per ogni sua decisione, perché solo Lui conosce ciò che è buono e per questo Dio ha potuto compiere grandi cose in Lei con la Sua Onnipotenza.

            Solo Dio è grande, Maria sapeva di essere solo la Sua piccola Ancella e considerava grande onore poter servire Dio in qualsiasi piccola missione. A Lei sarebbe bastato anche lavare i piedi della Madre di Dio e del suo Figlio e non immaginava che l’Onnipotente avrebbe chinato il Suo sguardo proprio sulla sua nullità.

            Perciò esulta per lo stupore, meravigliandosi che la grandezza di Dio si fosse abbassata fino a Lei.

 

Anche nella coppia Dio vuole operare grandi cose, anche perché Dio è grande e non può che operare grandi cose.

            Quando Dio ha pensato al Matrimonio lo ha ideato a Sua immagine, cioè ha voluto mettere l’uomo e la donna in relazione d’amore come in relazione d’amore sono le tre persone Divine.

            Non è davvero piccolo il progetto di Dio sulla coppia e non dovrebbe essere piccolo lo stupore che suscita in cuore, il sentirsi chiamati per una missione così sublime, riprodurre sulla terra, in carne ed ossa, l’immagine di Dio.

            Nell’Antico Testamento Dio non voleva che l’uomo si facesse immagini della divinità, perché troppe e troppo distorte se ne erano fatti gli uomini fino a quel momento, ma l’immagine se l’era fatta Lui stesso: l’uomo e la donna uniti nell’amore!

 

COME ESSERE IMMAGINE DI DIO?

            L’immagine si forma nello specchio quando ci poniamo di fronte ad esso. Lo specchio riflette sempre ciò che sta davanti a lui. Il nostro specchio è un oggetto che noi usiamo e sappiamo che se vogliamo controllare la nostra persona dobbiamo metterci davanti allo specchio.

            Nella maniera simbolica noi siamo lo specchio è Dio è la realtà. Se io voglio che il mio specchio rifletta Dio, mi devo porre di fronte a Lui e riprodurre i Suoi atteggiamenti, di bontà, di misericordia, di fedeltà, di generosità, di mitezza, di pace, ecc.

            La condizione è che io non mi sposti da Lui, stia sempre di fronte a Lui e non permetta che altre immagini si frappongano fra me e Lui. Se io mi sposto, rifletterò ciò che io guardo e farò ciò che l’altro compie.

            Se mi metto di fronte al mondo vano e superficiale, necessariamente farò cose di poco valore, darò importanza all’aspetto fisico, al vestito, magari alla bellezza e mi affannerò a ottenerla anche artificialmente, magari con plastiche, con trucchi, con abbigliamenti che esaltano ciò che non ho.

            Se il mio ideale è l’uomo ricco, cercherò in tutti i modi, leciti e illeciti, di guadagnare per comprare vestiti, case, macchine di lusso e quello sarà il mio traguardo ambito, anche a costo di grandi sacrifici e spesso di grandi disonestà.

            Se mi metto di fronte al gaudente, cercherò tutti i modi per procurarmi il piacere nel sesso, nei cibi, nelle droghe, nel gioco, nei viaggi, negli hobby e cercherò sempre forme nuove di piacere, senza badare se lecite o illecite, senza pensare alle conseguenze che da questo comportamento potranno derivare.

            Se mi metto di fronte all’ambizioso di potere, cercherò in tutti i modi di intraprendere la scalata al potere, alleandomi con i disonesti che con i loro favoritismi interessati mi promettono il successo, rinunciando anche al minimo di dignità che può dare la coscienza di stare nei propri limiti, senza invadere spazi che io non saprò gestire, con danno dei dipendenti o degli utenti del mio servizio.

            Se mi metto di fronte al demonio, che fino a questo momento si era mimetizzato nel mondo, riuscirò a fare cose che la mente umana non avrebbe mai pensato possibile: uccidere il proprio coniuge, i propri figli, procurare di eliminare chiunque ostacola il mio cammino di perversione. Rinunzierò a tutto ciò che avevo sognato nella fanciullezza, quando gli ideali erano ancora puri, per infangare anima e corpo cadendo nella schiavitù del maligno.

            Se mi metto di fronte a Dio, al contrario, se mi metto di fronte a Dio, imparerò l’arte di amare, l’arte di misurare l’amore col sacrificio e non lo riterrò mai troppo in vista del grande bene che l’amore produce; imparerò a vivere tutte le sfaccettature dell’amore, perché lascerò che sia Dio a compierle in me, attraverso l’ispirazione dello Spirito e le opportunità che mi darà. La mia vita man mano si alleggerirà, perché non dovrò fare altro che accettare quello che Dio vuole compiere in me, come le ha compiute in Maria e io stesso mi stupirò per tutto quanto il Signore mi concederà di operare in favore dei suoi figli, a cominciare dai miei più intimi.

                   

LA COPPIA DI FRONTE A DIO:

            La Coppia, se si mette di fronte a Dio, diventerà una fortezza inespugnabile da parte del demonio, perché non più una sola persona cercherà di riprodurre l’immagine di Dio, ma due unite dal vincolo divino dell’amore vero.

 

RISCHIO DELLO SPECCHIO DEFORMANTE

            Perché la coppia riproduca in sé una vera immagine di Dio è necessario che singolarmente i due siano orientati verso Dio e s’impegnino a non allontanarsi da Lui. Se solo uno della coppia vuole questo e l’altro/a lo ostacola, l’immagine sarà deformata, perché la discordanza la falserà e ne risulterà un’immagine non piacevole, che invece di comunicare pace, gioia, armonia, comunicherà sofferenza, malessere.

            Per questo è necessario che la coppia dialoghi e decida cosa vuole realizzare con il progetto matrimoniale. Il fidanzamento serve proprio per fare questa cernita fra i modelli di famiglia che la società propone. Naturalmente sarebbe bene fare un’analisi saggia, durevole nel tempo, collaudata da altre coppie che l’hanno sperimentata e possono aiutare nel discernimento.

            Se entrambi si orientano verso modelli mondani di coppie e di famiglie, forse li raggiungeranno ma saranno soggetti anche a tutti i rischi che si corrono soprattutto dal punto di vista spirituale. I modelli proposti dal mondo non portano a risultati che sfidano il tempo, magari s’impostano rapporti falsi sia all’interno della coppia che con il prossimo il quale, magari, li ossequia solo per interesse ma non conosceranno la vera comunione fra persone e riprodurranno un’immagine deformata di Dio.

            I superbi, i ricchi, i gaudenti non si avvicinano agli altri, sono troppo ripiegati su se stessi per pensare al prossimo. Essendo sazi e nello stesso tempo bramosi di beni materiali, non pensano che altri mancano anche del necessario. Comunque, anche se non mancano onori, ricchezza e piaceri la felicità è un’altra cosa, si può essere sazi di beni, di vizi, di piedistalli che distanziano dagli altri, ma nei momenti seri della vita si troveranno soli e i loro pensieri, così afferrati alla terra, non sapranno sostenerli nelle difficoltà che né il benessere, né la carriera, né il vizio può aiutare a risolvere. E allora affiora la disperazione e forse anche l’eutanasia.

            Perciò Gesù ci dice: “Fatevi dei beni che la ruggine non corrode e il tarlo non consuma”, perché questi sono gli unici che varcheranno la soglia della morte.

 

RISCHIO DELLO SPECCHIO CHE RIDUCE

            Se invece è lo scoraggiamento la malattia della coppia, i due si sentiranno inadeguati anche solo a pensare ad un modello di famiglia santa. Lo scoraggiamento non è indice di umiltà. La Madonna che era umile non ha avuto timore di dire: “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente”. Noi, da povere creature, possiamo davvero poco, ma Dio ci ama e vuol fare di noi dei capolavori della sua grazia e della sua bontà misericordiosa. Anzi, ha detto a Madre Speranza che i più piccoli, i più incapaci, i più sprovveduti di doti naturali, i più maltrattati dal mondo, anche i più peccatori sono amati da Lui con tenerezza immensa ed Egli sarà per loro un Padre e una tenera Madre.

            Avviciniamoci, perciò a Dio che ci ama; se ce ne stiamo troppo lontani, non osando sperare o ritenendoci indegni, l’immagine verrà impiccolita e sfocata. Permettiamo a Dio di lavorarci, è Lui che compie grandi cose e le compie soprattutto dove trova il vuoto di sé, proprio lì può lavorare di più ed esprimere tutte le sue meraviglie.

            Il cuore può essere anche vuoto perché non presume di sé ma può essere anche atrofizzato dalla poca autostima che abbiamo di noi. Saremmo come quei fruttini che l’albero non riesce a portare a maturazione, perché qualche ostacolo impedisce alla linfa di nutrirli. Questo impedimento potrebbe essere lo scoraggiamento,

            E comunque, se abbiamo di noi un’idea del tutto riduttiva non onoriamo Dio, perché noi siamo opera sua e perciò non possiamo essere proprio una nullità da scartare. Guardiamoci con un po’ di ottimismo, riteniamoci fortunati non perché siamo superdotati ma perché Dio ci ama ed è venuta dal cielo a cercarci. Più di Cenerendola, più di Biancaneve o della Bella addormentata nel bosco ci dobbiamo sentire fortunati, perché queste sono favole mentre la nostra è realtà divina, sorprendente, meravigliosa, capace davvero di riempirci di coraggio e di gioia.

            Lodiamo Dio per ciò che siamo e per ciò che non siamo e disponiamoci di fronte a Lui perché colmi tutte le nostre deficienze. Nei santi Dio ha colmato perfino le deficienze culturali. Persone che non hanno frequentate scuole e perciò erano analfabete, per grazia infusa, sono diventati dottori della Chiesa. S. Caterina da Siena è una di loro. Non poniamo limiti alle possibilità di Dio.

 

RISCHIO DELL’IMMAGINE CONFUSA

            Si ha l’immagine confusa quando accogliamo Dio e il mondo a scompartimenti stagno: per alcuni aspetti della vita ci regoliamo secondo Dio, per altri secondo il mondo e Dio non voglia che in alcuni aspetti ci lasciamo orientare proprio dal tentatore.

            Ovviamente, passando da un’immagine all’altra quello che ne risulterà sarà una confusione indecifrabile. L’idea ce la possono dare certi quadri di stile impressionista che sono un’accozzaglia di teste, ventri, braccia… non coordinate. Forse l’arte c’è, perché comunque riproduce il pensiero odierno, che è davvero confuso, ma la vista ne è disgustata.

            Nessuno può servire a due padroni, dice Gesù: o odierà l'uno e amerà l'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà l'altro: non potete servire a Dio e a mammona”. (Mt 6,24)

            Non si può camminare su due binari che divergono, non arriveremo da nessuna parte, avremo forse solo il rischio di illuderci perché abbiamo qualche aspetto positivo, magari perché riusciamo ad andare a Messa la domenica, ma l’immagine di Dio che si riprodurrà in noi sarà fortemente deformata e Dio non si riconoscerà in essa.

 

RISCHIO DELL’IMMAGINE IMPERFETTA

            Questo rischio ce l’abbiamo tutti, perché è difficile per l’uomo copiare perfettamente le azioni divine. Dio ama da Dio: ama tutti, magari di amore sofferente ma ama; perdona tutto, anche se l’offesa è stata grave. Ci dà tempo fino all’ultimo istante della nostra vita e forse a volte ci prolunga anche questo tempo per non vederci allontanare da Lui per sempre…

            “Dio fa sorgere il sole sui giusti e sugli ingiusti” perché il suo Amore è misericordioso, cioè il suo Cuore si dilata man mano che l’uomo diventa più ingrato, per poterlo ancora contenere nel suo Cuore. Dio ha per l’uomo una passione viscerale, peccato che noi non ci arrendiamo a Lui!

            Noi, al contrario, pur impegnandoci con buona volontà, spesso non siamo costanti, non stiamo abbastanza attenti per evitare giudizi su comportamenti del prossimo, magari proprio del coniuge, non chiari per noi, spesso abbiamo la pretesa che il coniuge e i figli dovrebbero essere perfetti per poterci soddisfare, mentre perfetti non siamo neanche noi.

            E allora viene fuori, nel migliore dei casi, un’immagine sfocata.

 

IL CORRETTORE AUTOMATICO

            Ringraziamo il Signore che si è inventato il correttore automatico, il sacramento del perdono, che ridà i contorni giusti alle cose, ma è necessario che ricorriamo spesso a questo sacramento, ci è necessario per presentarci davanti ai nostri angeli in maniera più accettabile. La confessione ci rigenera, ci fa nuovi, ci allontana dalla disperazione, ci ridà la pace. Impegniamoci a viverla con regolarità.

            Aspirare a riprodurre un’immagine perfetta di Dio, non è superbia ma è una precisa volontà di Dio. Un mezzo utile può essere la scelta di una guida spirituale che vi consigli i comportamenti giusti anche nelle situazioni più difficili. E confessate le vostre cadute non appena la coscienza vi richiama. Vi accorgerete che pian piano la vostra vita si avvierà in un sentiero di luce, che sembra difficoltoso, perché esige la perfezione, ma poi dà pace, serenità, una giusta dimensione di sé, una grande fiducia in Dio, nostro Padre buono, che è sempre pronto al perdono.

            Diamo a Dio la bella soddisfazione di vedersi riprodotti in noi in maniera perfetta!

 

QUESTIONARIO PER LA RIFLESSIONE PERSONALE

                   

    1. Sei convinto che Dio stia operando grandi cose anche in te?
    2. Sai qual è l’opera grande che Dio vuole operare nella coppia?
    3. Vi state impegnando, come coppia, a realizzare questa immagine?
    4. Qual è la condizione per riprodurre una buona immagine di Dio?
    5. Pensate di dover correggere qualcosa nella vostra vita per poter assolvere alla vostra missione?
    6. Forse eravate stati abbacinati dalle immagini che offre il mondo?
    7. Forse la famiglia benestante? La famiglia gaudente? La famiglia potente nella società?
    8. Conoscete i rischi di questi modelli?
    9. Rischiate anche voi di riprodurre un’immagine deformata di Dio?
    10. O forse rischiate di riprodurre un’immagine impiccolita dallo scoraggiamento?
    11. O addirittura un’immagine confusa da un comportamento ambiguo, non coerente?
    12. Volete realizzazione dell’immagine perfetta? Non spostatevi mai dalla volontà di Dio.
    13. Usate con regolarità il “correttore automatico”, la confessione?

     

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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