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APRILE 2015

 

 

HA RICOLMATO DI BENI GLI AFFAMATI,

HA RIMANDATO I RICCHI A MANI VUOTE.

 

In Maria

            Maria era un’affamata della gloria di Dio. Concepita senza peccato, più di noi era illuminata della luce divina. Anche Eva aveva avuto la stessa sorte, ma era caduta nel tranello di Satana.

            Maria, più prudente di lei, non si allontanò mai da Dio, non si fermò a guardare il frutto proibito.

 

            Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male».

            Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture”.               (Genesi 3:1-7)

 

            A Maria bastò sapere che Dio comandava di non toccarlo e, obbediente, se ne stette lontano e il fascino vischioso del male non offuscò mai il suo pensiero e il suo cuore.

            Non è prudente sfidare il male ritenendosi al sicuro. Il male si vince standone lontano. Maria, come tutti fu tentata, ma tenne sempre il suo piede verginale sulla testa del serpente.

            Certamente Dio l’aveva corredata per questa missione ma, pensiamo forse che Dio non abbia corredato Adamo ed Eva, non abbia corredato noi per vincere le nostre battaglie? Se pensassimo questo, avremmo di Dio un’idea molto erronea.

            Noi non abbiamo certo la missione di Maria, ma siamo ben corredati per realizzare la nostra missione. E’ questione di fede, di prudenza, di buona volontà, di corrispondenza alla grazia che ci viene data.

            Maria aveva sempre la mano tesa verso il suo Dio, per ricevere la grazia attuale, cioè l’aiuto specifico per quella data circostanza e Dio non le negava tutti gli aiuti positivi purché non alzasse mai il piede dalla testa del serpente.

            Ci vuole forza, ci vuole coraggio, ci vuole spirito di sacrificio per non essere presi dal desiderio di gustare il frutto proibito e per questo Maria, affamata di volontà di Dio, non si fidava di sé ed era sempre davanti a Dio per impetrare soccorso e aiuto.

            Gli affamati di giustizia sono gli affamati di santità, gli affamati di compiacere Dio. Maria, la prima affamata, è stata ricolmata di beni preziosissimi, in tale abbondanza da poterli distribuire anche a noi, figli imprudenti, dalla volontà instabile e dalla fame di piaceri illeciti.

 

I santi

            Con Maria ci sono altri affamati di giustizia, cioè di santità, di volontà di Dio. La nostra Madre Speranza, alla scuola di Maria, che aveva scelto come sua Madrina spirituale il giorno della Professione religiosa, così scriveva alle sue figlie:

            Mi dà molto conforto vedere nelle lettere di quasi tutte voi le buone disposizioni nelle quali vi trovate, ossia vi vedo disposte a farvi sante e ad aiutare i vostri fratelli esercitando verso di essi una carità senza limiti, fosse anche a costo dei più grandi sacrifici e che per questo fate affidamento sulla grazia e l’aiuto del buon Gesù. Io mi congratulo con voi e sono felice di avere delle figlie che vivano con ardore simili buoni desideri e che siano di uno stampo così eroico.

            Comunque non so se proprio tutte vi siete rese conto fino in fondo dell’importanza e del lavoro che presuppone una impresa simile a quella che - mi dite - avete incominciato e cioè quella di volervi fare sante vivendo una carità senza limiti e senza desiderare nessun’altra cosa.

            Questo magnifico lavoro presuppone un lavoro improbo e - molte volte - scoraggiante.

            La cosa più difficile in questa impresa che avete cominciato, a mio parere, consiste nel saper resistere a se stessi; poiché un camminare sempre contro corrente è cosa tremenda e saranno tanto poche le volte che potrete concedere ai vostri gusti quello che per natura desiderate; vi vedrete il più delle volte nella necessità di doverci rinunciare. Per cui fate tanta attenzione, in ogni momento, a scegliere di voler dare a Gesù qualunque cosa Lui vi chieda, senza dimenticare che Gesù va in cerca di anime pronte al sacrificio.

            È cosa dura per la nostra natura anche il dover sopportare tutte le occasioni che dobbiamo cercare per conseguire di essere umili:

  1. far tacere il nostro amor proprio e il nostro io,
  2. far tacere il desiderio di star bene,
  3. far tacere il desiderio delle cose comode,
  4. far tacere il desiderio di apparire,
  5. far tacere il desiderio che gli altri pensino bene di noi,
  6. che ci vogliano bene,
  7. che ci abbiano tutti i riguardi dovuti.

            Vincere e superare tutti questi ostacoli può diventare un lavoro difficilissimo se nel nostro cuore non arde un sincero amore per Gesù; quando, invece, nel nostro cuore è molto vivo il fuoco dell’amore a Gesù, tutto diventa più facile, più leggero e più soave.

            “Aiutami, Signore, perché io sia una vera Ancella del Tuo Amore Misericordioso; aiutami in modo che tutte le persone che potrò avvicinare si sentano trasportate verso di Te, trascinate dal mio buon esempio, dalla mia pazienza, dal mio spirito di sacrificio, dal mio amore per Te e dal mio lavoro”.

            Ed ecco alcune citazioni di Padre Pio:

  • “Le nostre imperfezioni ci fanno conoscere la nostra misera.” 
  • “Bisogna tollerare le nostre imperfezioni, non già amarle o accarezzarle.” 
  • “L'amor proprio, figlio primogenito della superbia, è più ambizioso e malizioso della tessa madre.” 

            Questo invece scriveva Madre Teresa al presidente Pertini:

  • “Che Dio le conceda il coraggio, Presidente, di fare le cose che si possono e si debbono fare;
  • l'umiltà di rinunziare a quelle che si possono ma non si debbono,
  • e a quelle che si debbono ma non si possono fare;
  • e la saggezza di distinguere sempre le une dalle altre". 

 

            E potremmo continuare perché, per grazia di Dio la Chiesa ha generato e fatto crescere tanti “affamati di giustizia” e oggi vuole generare noi, i nuovi santi che danno e daranno luce a questo nostro tempo di confusione.

            Maria è all’opera oggi più che mai. Ci dice e ci ripete tante volte:

  • Preghiera
  • Conversione,
  • Parola di Dio,
  • Eucaristia,
  • Digiuno (mortificazione)

            Non occorre altro per santificare la vita e non occorre una vita diversa dalla nostra per poterla santificare. Maria non ha avuto una vita speciale da santificare: umile donna di Nazareth, povera, sposa di un carpentiere modesto che riusciva a portare a casa appena il necessario, faceva la massaia: lavare, stirare, tessere, cucire, cucinare, riordinare la casa, pregare, ma faceva tutto per amore, confidando in Dio.

            Insieme alla consolazione di avere Gesù con Lei e Giuseppe, uomo giusto che provvedeva alla piccola famiglia, non sono mancati nella sua vita momenti di particolare travaglio da santificare: la fuga in Egitto, il ritorno a Nazareth, lo smarrimento di Gesù, la morte di Giuseppe e poi su su fino al Calvario. Queste le circostanze che l’hanno coinvolta e queste ha trasformato in offerta a Dio, santificandole.

            Dio non ha voluto per Maria una vita da Regina in una corte ma una vita da serva del Signore; il trono gliel’ha preparato in cielo.

            L’impegno di Maria è stato sempre quello di non discostarsi dalla volontà di Dio, anche se molte volte non capiva l’utilità di certe esperienze dolorose, come ad esempio lo smarrimento di Gesù. Ma Dio l’ha sostenuta in tutte le circostanze della vita anche le peggiori che possono capitare ad una mamma: La Regina del cielo non ha trovato ospitalità a Betlemme e ha dovuto far nascere il Figlio di Dio in un rudere abbandonato; è stata profuga in Egitto; a Nazareth non ha potuto rivelare l’identità di quel Figlio, atteso prima di abitare con Giuseppe; durante la predicazione di Gesù alcuni l’hanno ritenuta madre di un pazzo che si mette contro il potere, alla fine ha seguito il plotone di esecuzione, come la Madre del condannato alla croce…

            Ma Dio l’ha sostenuta e non si è mai vergognata di Gesù, ha sofferto con Lui le ingiurie, le umiliazioni, le accuse false, i rinnegamenti, gli abbandoni, i tradimenti, la cattura, la condanna, la crocifissione, la morte.

            Lei era lì, insieme a suo Figlio a soffrire e ad offrire per la salvezza nostra, ma quando è risorto glorioso, è rimasta nel nascondimento, paga solo di saperlo vivo e felice.

            Maria ha santificato la vita in un perenne AMEN, in un perenne atteggiamento di disponibilità totale: “Sono la serva del Signore, si compia in me la sua Paola”.

            E Maria affamata di volontà di Dio, è stata saziata di sofferenze, di ingiustizie, di offese, ma tutto ha donato, insieme al Suo Figlio per noi suoi figli.

 

La coppia

            E la coppia come può rispecchiare Maria?

            Innanzitutto tenendosi lontana da quella ricchezza che non ha bisogno di Dio. E’ la ricchezza dei superbi, di quelli che pensano di bastare a se stessi, ma perché sono miopi.

            Hanno una visione ridotta di se stessi, pongono la loro attenzione solo alle esigenze corporali: mangiare, bere, abitare una casa, vestire, vivere in maniera agiata.

            La loro visione si ferma qui sulla terra, non spazia oltre, non va al di là dell’immediato. Può darsi che ci sono periodi della vita in cui queste cose non mancano, ma dobbiamo pensare che tutto ci è stato donato e tutto ci può essere tolto da un momento all’altro. Possiamo forse contare sulla salute? Sul benessere? Sull’autosufficienza?...

            E allora sarà ancora l’icona della serva con la mano tesa verso la padrona quella che dovremo riprodurre nei riguardi di Dio.

            E poi, siamo proprio persuasi che tutta la nostra vita si gioca nel tempo e nello spazio? Non vediamo come tutto è molto precario? Uno sguardo di fede sul futuro non vogliamo averlo? Crediamo di poter annullare Dio dichiarandoci atei? E se questa vita non è che la preparazione per la vita futura, non sarà il caso di provvedere in tempo per non avere sorprese sgradite, quando il tempo sarà finito?

            Ecco il ricco che rimane a mani vuote: quello che ragiona in maniera solo terrena e perciò non tende mai le mani verso Dio.

            Ma la coppia cristiana, sa riconoscere i suoi limiti, vede le immense distanze che separano la terra dal cielo e vuole percorrerle, come Maria, nell’umiltà di chi sa di dipendere in tutto da Dio.

 

LA PREGHIERA DEI FIGLI

 

  • Il nome di Dio si santifica.
  • Il Regno di Dio si desidera e ci si impegna a conquistarlo o ad accoglierlo come dono.
  • La capacità di fare la volontà di Dio si chiede come grazia.
  • La salute, si chiede.
  • Il pane quotidiano, si chiede.
  • Il perdono dei peccati, si chiede.
  • I nemici, si perdonano per rimanere nell’amore.
  • Il soccorso nelle tentazioni, si chiede.
  • La grazia di essere liberati dal male, si chiede.

 

            Questo ci ha insegnato Gesù quando ci ha dato la preghiera dei figli: il Padre Nostro.

            Chi chiede è povero, non è autosufficiente, e se Gesù, il Figlio diletto del Padre, si rivolge al Padre e chiede queste cose, non vogliamo farlo noi? Non vuole farlo la coppia con il compito così alto i riprodurre l’immagine della Trinità. Sarebbe molto irresponsabile se non lo facesse. Rischierebbe di essere rimandata a mani vuote e vedere la sua rovina e la rovina della sua famiglia.

            Ma questo rischio non vogliamo correrlo e perciò c’impegneremo a pregare il Padre nostro, presi per mano da Gesù e da Maria per essere come loro, ricolmati di beni.

            Non temiamo di chiedere troppo. “Chiedete prima di tutto il Regno di Dio e la sua giustizia e tutto il resto vi sarà dato in sovrappiù”.

            Avremo “il centuplo e la vita eterna”. Sono parole di Gesù, che non possono fallire.

            E non pensiamo di disturbare Dio, rivolgendoci a Lui anche per piccoli problemi, Lui è contento quando può aiutare i suoi figli

            Prendiamo la bella abitudine di pregare il Padre Nostro insieme ai figli, spiegando loro quello che stiamo chiedendo e l’ordine di importanza con cui lo chiediamo: Prima il Regno di Dio, poi tutto il resto.

            E impariamo anche a ringraziare per quanto abbiamo già ricevuto. Alcune cose forse ci sembrano dovute, solo perché Dio ce le dà in continuazione, ma la vita è dono non diritto, la salute è dono e non diritto, la casa, il cibo, il vestito, sono doni, non diritti, l’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo, la luce che illumina la nostra terra, il sole che la riscalda, sono doni di Dio, le erbe dei prati, i frutti degli alberi sono doni, la notte stessa che concilia il riposo è dono, I giorni festivi che Dio ha stabilito per il riposo dei suoi figli, sono dono.

            Le stesse persone che sono entrate ed entrano nella nostra vita: i genitori, i fratelli, gli amici, il coniuge, i figli, sono doni e grandi doni, perché non ringraziare? Chi non ha questi doni vive la più grande povertà anche se non manca di nulla materialmente.

            L’amore che riceviamo, prima di tutto da Dio e poi dai familiari, dagli amici, dai colleghi è dono immenso del quale non sapremo mai ringraziare abbastanza. L’amore è la nostra più grande fame e se questa fame ci viene saziata, non vogliamo ringraziare?

            Perché non imparare a lodare, benedire e ringraziare Dio per tutto quanto ci dà gratuitamente, senza alcun nostro merito? La Madonna lo faceva sempre, dal suo cuore saliva a Dio una lode perenne. Impariamo da Lei e la vita ci sembrerà più bella.           

 

QUESTIONARIO DI APPROFONDIMENTO:

    1. Maria è la più grande affamata di santità. Come si è difesa dal serpente?
    2. Come mai Eva e Adamo non ce l’hanno fatto?
    3. Conosci altri affamati di santità? Quale atteggiamento li accomuna?
    4. Conosci i 5 sassi di Medugorje, le 5 cose che raccomanda la Madonna per santificarsi?
    5. Quali sono i ricchi che rimangono a mani vuote?
    6. Tu in quale categoria ti trovi?
    7. Conosci la preghiera dei figli?
    8. Quali cose chiediamo a Dio? In quale ordine d’importanza?
    9. Fate del Padre nostro la vostra preghiera familiare?
    10. Riflettete voi coppia e fate riflettere ai figli sugli immensi doni che riceviamo ogni giorno?
    11. Alla preghiera di richiesta sappiamo unire la preghiera di lode e di ringraziamento?
    12. Ringraziate Dio soprattutto per l’amore che potete darvi in famiglia?

     

 
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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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