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OTTOBRE 2008

     

COME ACQUISTARE LA SAPIENZA (Pr cap. 1,2,3)

 

            I Proverbi sono attribuiti a Salomone, il Re saggio che chiese a Dio la Sapienza. Alla luce del dono che gli fu concesso egli scrive nella presentazione del libro: “Il timore del Signore è il principio della scienza; gli stolti disprezzano la sapienza e l’istruzione”.

            Qui per timore s’intende amore riverenziale.

            Il libro dei Proverbi è scritto in forma diretta, come una lunga raccomandazione del padre al figlio. Possiamo ben sostituire la maiuscola alla “p” di padre e non sbaglieremo. Infatti la Bibbia è proprio una lunga lettera del nostro Padre Dio a noi suoi figli. E’ una saggezza profondamente religiosa, in cui si sviluppa una relazione interpersonale con il Dio dell’Alleanza, in modo tale che timore e amore, sottomissione e confidenza si fondono insieme.

            La prima raccomandazione che Dio fa alla sua creatura è quella di privilegiare il legame d’amore che Lui stesso ha messo in atto quando ha pensato alla famiglia come ad un’immagine di Sé.“ Ascolta, figlio mio, l'istruzione di tuo padre e non disprezzare l'insegnamento di tua madre,

       perché saranno una corona graziosa sul tuo capo e monili per il tuo collo”. (Pr 1,8-9)

            La famiglia è istituzione divina fondata sull’amore. Solo l’amore ci può garantire la vera benevolenza, perché l’amore è elemento divino trasmesso all’uomo. E’ vero che oggi assistiamo ad un processo progressivo d’insipienza anche all’interno delle famiglie, tanto è vero che il periodico della Lega Eucaristica “Il Roveto”, N°7 in un articolo di Salvatore Forte dal titolo “Come si rovinano i figli” scrive: “Una volta i genitori si preoccupavano di mandare i propri figli all’oratorio. Ora si preoccupano che i loro figli non siano diversi dai loro compagni di scuola, altrimenti sono presi in giro. una volta i genitori si preoccupavano di insegnare ai loro figli che quello che conta è essere onesti, perché l’onestà premia sempre. Ora si preoccupano di insegnare ai loro figli ad essere furbi, perché la furbizia li fa sembrare superiori agli altri. Una volta i genitori insegnavano ai loro figli di stare attenti alla voce della coscienza perché è quella che c’insegna la strada della tranquillità e della pace. Ora insegnano ai figli a dire parolacce per essere stimati maturi e moderni. Una volta i genitori insegnavano ai figli ad andare in Chiesa perché là c’è Gesù che ti dona tutti gli aiuti di cui hai bisogno per essere felice. Oggi insegnano ai figli che devono trovare il modo di fare soldi perché è solo il denaro che fa felici…

            La situazione della famiglia e della società è però sotto gli occhi di tutti: i più efferati delitti avvengono proprio in famiglia, questo è un “Alto là” d’allarme che deve farci riflettere e capire che stiamo sbagliando tutto e bisogna tornare alla SAPIENZA vera.

            Dio, come un padre buono ci mette in guardia da gente opportunista che ci usa per i suoi interessi, vizi e capricci: “Figlio mio, se i peccatori ti vogliono traviare, non acconsentire! Se ti dicono: «Vieni con noi, complottiamo per spargere sangue, insidiamo impunemente l'innocente, inghiottiamoli vivi come gli inferi, interi, come coloro che scendon nella fossa; troveremo ogni specie di beni preziosi, riempiremo di bottino le nostre case; tu getterai la sorte insieme con noi, una sola borsa avremo in comune», figlio mio, non andare per la loro strada, tieni lontano il piede dai loro sentieri!”

Se un uccello si accorge che gli stanno tendendo una rete, la evitano. Non possiamo essere più stolti di loro. L’azione educativa deve sviluppare una forte volontà di bene. Chi fa il male danneggia se stesso, non si accorge che quella rete la sta tendendo alla propria anima, perché la cupidigia toglie di mezzo colui che ne è dominato”.

            Il libro dei Proverbi è un libro accorato. Il Signore non sa quali parole usare per farci evitare il pericolo. In Dio la passione per l’uomo raggiunge la perfezione. 

            La Sapienza grida per le strade nelle piazze fa udire la voce;   dall'alto delle mura essa  chiama, pronunzia i suoi detti alle porte della città: «Fino a quando, o inesperti, amerete l'inesperienza e i beffardi si compiaceranno delle loro beffe e gli sciocchi avranno in odio la scienza? Volgetevi alle mie esortazioni: ecco, io effonderò il mio spirito su di voi e vi manifesterò le mie parole…

Dio è proprio un Padre e una tenera Madre! Usa tutti i modi per farci capire il suo amore. Addirittura ricorre alla minaccia per convincerci a desistere dal male: “Poiché vi ho chiamato e avete rifiutato, ho steso la mano e nessuno ci ha fatto attenzione; avete trascurato ogni mio consiglio e la mia esortazione non avete accolto; anch'io riderò delle vostre sventure, mi farò beffe quando su di voi verrà la paura, quando come una tempesta vi piomberà addosso il terrore, quando la disgrazia vi raggiungerà come un uragano, quando vi colpirà l'angoscia e la tribolazione. Allora mi invocheranno, ma io non risponderò, mi cercheranno, ma non mi troveranno. Poiché hanno odiato la sapienza e non hanno amato il timore del Signore;  non hanno accettato il mio consiglio e hanno disprezzato tutte le mie esortazioni; mangeranno il frutto della loro condotta e si sazieranno dei risultati delle loro decisioni. Sì, lo sbandamento degli inesperti li ucciderà e la spensieratezza degli sciocchi li farà perire; ma chi ascolta me vivrà tranquillo e sicuro dal timore del male».

(Pr 1,24-32)

La sapienza contro le cattive compagnie (Pr. 2,1-22)

            Nella nostra società è forse proprio la sapienza quella che manca. Il peccato ci ha reso ottusi e stolti, non ci fa più capire e distinguere il bene dal male, ci stordisce con le sue false gioie, ci ubriaca di sensualità e di materialismo. Non è possibile continuare su questa strada, non si può lasciare ai figli questa eredità di male. E’ proprio necessario tornare a Dio con tutto il cuore, tornare ad essere ciò che siamo, cioè creature fatte ad immagine di Dio, famiglie sante volute da Lui sul modello della Famiglia Trinitaria. “Famiglia, diventa ciò che sei!” ha gridato Giovanni Paolo II. La via ci è tracciata da millenni dalla Parola di Dio che con voce accorata ci dice:

            “Figlio mio, se tu accoglierai le mie parole e custodirai in te i miei precetti, tendendo il tuo orecchio alla sapienza, inclinando il tuo cuore alla prudenza,  se appunto invocherai l'intelligenza e chiamerai la saggezza, se la ricercherai come l'argento e per essa scaverai come per i tesori, allora comprenderai il timore del Signore e troverai la scienza di Dio, perché il Signore dà la sapienza, dalla sua bocca esce scienza e prudenza. Egli riserva ai giusti la sua protezione, è scudo a coloro che agiscono con rettitudine, vegliando sui sentieri della giustizia e custodendo le vie dei suoi amici. Allora comprenderai l'equità e la giustizia, e la rettitudine con tutte le vie del bene, perché la sapienza entrerà nel tuo cuore e la scienza delizierà il tuo animo. La riflessione ti custodirà e l'intelligenza veglierà su di te,  per salvarti dalla via del male, dall'uomo che parla di propositi perversi, da coloro che abbandonano i retti sentieri per camminare nelle vie delle tenebre, che godono nel fare il male, gioiscono dei loro propositi perversi; i cui sentieri sono tortuosi e le cui strade sono oblique,” (Pr 2,1-15),

Quanto ci affanniamo per le cose della terra, se facessimo almeno un decimo per le cose dello spirito, se scavassimo dentro di noi per trovare la sapienza, finiremmo per trovarla!

            Il Signore pone la sua attenzione in modo particolare sulla donna da sposare e mette in guardia dalla bellezza seduttrice, dall’affabilità vischiosa, interessata, dalla donna di facili costumi, che corteggia l’uomo e lo fa sentire coccolato e accontentato nelle sue fragilità. Bisogna avere la Sapienza per fare un giusto discernimento, ma non è facile a motivo delle nostre tre concupiscenze: “Avere, piacere e potere”. Solo la Sapienza, dice lo scrittore sacro, può “salvarti dalla donna straniera, dalla forestiera che ha parole seducenti, che abbandona il compagno della sua giovinezza e dimentica l'alleanza con il suo Dio”. (Pr 2,15-17),

            Questo consiglio è valido soprattutto oggi, quando il divorzio facile, permesso dallo Stato e ormai accettato dall’opinione pubblica, fa sembrare normale il passaggio da una persona all’altra, nel tentativo di trovare la felicità, l’assenza di problemi da affrontare, di responsabilità da prendersi.

            Naturalmente, unioni di questo genere spesso portano ad una vita familiare impostata sul piacere, sulle reciproche rivendicazioni, sulle attese economiche o edonistiche, anziché sull’amore che non risparmia sacrificio per portare avanti una famiglia, per governare la casa, per educare i figli, con una condotta che li rende autorevoli e coerenti.

            “La sua casa conduce verso la morte e verso il regno delle ombre i suoi sentieri. Quanti vanno da lei non fanno ritorno, non raggiungono i sentieri della vita. Per questo tu camminerai sulla strada dei buoni e ti atterrai ai sentieri dei giusti, perché gli uomini retti abiteranno nel paese

e gli integri vi resteranno, ma i malvagi saranno sterminati dalla terra, gli infedeli ne saranno strappati”. (Pr. 2:18-22)

            Questi consigli sono quasi ignorati dalla società attuale, che esalta il diritto della persona a stare bene, a non sottoporsi a sofferenze di alcun genere, illudendosi di trovare il benessere nella trasgressione, che naturalmente non ripaga come promette. Ad avallare queste scelte sbagliate spesso contribuisce la psicoterapia, che si basa su una filosofia edonistica oggi imperante, che si prefigge la felicità della persona, ma spesso la rende più frustrata, più triste, più angosciata, più paurosa, quasi che un nemico cammini con lei e non se ne possa liberare. In effetti è così, perché la cattiva coscienza non la lascia mai e la tormenta con il suo. “Non ti è lecito!” Una psicologia che non tiene conto della coscienza non può essere di aiuto alla persona. Allora è proprio necessario chiedersi: Come conquistare la sapienza?

            A questa domanda risponde sempre il libro dei Proverbi al capitolo 3°:

                “Figlio mio, non dimenticare il mio insegnamento e il tuo cuore custodisca i miei precetti, perché lunghi giorni e anni di vita e pace ti porteranno. Bontà e fedeltà non ti abbandonino; lègale intorno al tuo collo, scrivile sulla tavola del tuo cuore,  e otterrai favore e buon successo agli occhi di Dio e degli uomini”. (Pr 3:1-4)

            Sempre attraverso la persuasione, ci dice non solo di accogliere i consigli paterni di Dio, ma addirittura di legarli intorno al collo come una collana, per portarli sempre con sé, di scriverli sul proprio cuore come le cose che ci sono veramente care. E insiste con voce quasi accorata di confidare nel Signore, di non cedere al razionalismo, quasi che noi, con la nostra piccola intelligenza possiamo discernere meglio di come fa Dio nostro Creatore:

            “Confida nel Signore con tutto il cuore e non appoggiarti sulla tua intelligenza; in tutti i tuoi passi pensa a lui ed egli appianerà i tuoi sentieri. Non credere di essere saggio, temi il Signore e sta lontano dal male. Salute sarà per il tuo corpo e un refrigerio per le tue ossa”. (Pr 3,5-8)

            E dopo averci messo in guardia dall’illusione di saperne più di Dio, di poterci regolare con i nostri criteri di valutazione, sempre tendenti a soddisfare le nostre passioni anziché le esigenze della nostra coscienza, ci dice cosa fare per garantirci la sapienza: Onorare Dio e fare scelte di carità.

            “Onora il Signore con i tuoi averi e con le primizie di tutti i tuoi raccolti; i tuoi granai si riempiranno di grano e i tuoi tini traboccheranno di mosto. Figlio mio, non disprezzare l'istruzione del Signore e non aver a noia la sua esortazione, perché il Signore corregge chi ama, come un padre il figlio prediletto”. (Pr 3:9-12)

            C’è poi l’invito ad istruirsi nella conoscenza della verità trasmessaci dalla Parola di Dio, attraverso un cammino spirituale, che ci aiuti, attraverso una profonda relazione con Dio, a tener sotto controllo le nostre scelte, per non essere sedotti dalle tentazioni, spesso travestite da grandi opportunità (sia pure trasgredendo qualche comando di Dio). La tua vita matrimoniale è difficile per un dialogo che fatica a raggiungere l’intesa, e allora l’amico che mi ascolta, approva e magari rafforza la tentazione, viene vede come un modo provvidenziale per sentirci meglio ed affrontare più positivamente le difficoltà familiari. E magari la relazione va avanti incontrastata, fino a quando di quella relazione non si può fare a meno e pur di conservarla ci si dispone anche a tradire il proprio coniuge, Dio, la propria coscienza, i propri figli, ecc…

Beato l'uomo che ha trovato la sapienza e il mortale che ha acquistato la prudenza,  perché il suo possesso è preferibile a quello dell'argento e il suo provento a quello dell'oro. Essa è più preziosa delle perle e neppure l'oggetto più caro la uguaglia. Lunghi giorni sono nella sua destra e nella sua sinistra ricchezza e onore; le sue vie sono vie deliziose e tutti i suoi sentieri conducono al benessere”. (Pr 3:13-17)

            Come non sentire in queste parole l’allusione evangelica alla parabola della Perla preziosa? per essa, dice Gesù, vale la pena lasciare tutto, vendere tutto, rinunciare a tutto, perché il nostro “tutto” è illusione; il nostro “tutto” è una somma di “nulla”, che non può dare come risultato altro che “nulla”. Tutto quanto noi possiamo accumulare sulla terra sarà annullato nel momento in cui alla nostra vita sarà dato lo “Stop”, e allora ci accorgeremo che si trattava di tanti nulla da abbandonare sulla terra, mentre noi prenderemo il cammino verso realtà superiori, che forse abbiamo trascurato.

            “È un albero di vita per chi ad essa s'attiene e chi ad essa si stringe è beato. Il Signore ha fondato la terra con la sapienza, ha consolidato i cieli con intelligenza; dalla sua scienza sono stati aperti gli abissi e le nubi stillano rugiada. Figlio mio, conserva il consiglio e la riflessione, né si allontanino mai dai tuoi occhi:  saranno vita per te e grazia per il tuo collo. Allora camminerai sicuro per la tua strada e il tuo piede non inciamperà. Se ti coricherai, non avrai da temere; se ti coricherai, il tuo sonno sarà dolce. Non temerai per uno spavento improvviso, né per la rovina degli empi quando verrà, perché il Signore sarà la tua sicurezza, preserverà il tuo piede dal laccio.” (Pr 3:18-26)

            Lo scrittore sacro paragona la Sapienza addirittura all’albero di vita. Essa dà la beatitudine anche in questa terra, perché la sapienza è Dio stesso, è il suo pensiero infallibile e chi lo mette in atto attira su di sé la compiacenza divina, che è avvertita come pace e beatitudine interiore. La riflessione profonda su quanto ci accade, ci fa capire i disegni di Dio e dà luce e progettualità alla nostra vita. Chi vive nel respiro di Dio e gode della sua compiacenza non ha motivo di temere.

            “Non negare un beneficio a chi ne ha bisogno, se è in tuo potere il farlo. Non dire al tuo prossimo: «Và, ripassa, te lo darò domani», se tu hai ciò che ti chiede. Non tramare il male contro il tuo prossimo mentre egli dimora fiducioso presso di te. Non litigare senza motivo con nessuno, se non ti ha fatto nulla di male. Non invidiare l'uomo violento e non imitare affatto la sua condotta, perché il Signore ha in abominio il malvagio, mentre la sua amicizia è per i giusti. La maledizione del Signore è sulla casa del malvagio, mentre egli benedice la dimora dei giusti. Dei beffardi egli si fa beffe e agli umili concede la grazia. I saggi possiederanno onore ma gli stolti riceveranno ignominia”. (Pr 3:27-35)

            La Parola di Dio non si smentisce mai: l’amore per Dio non è mai disgiunto dall’amore per il prossimo, basata sulla fiducia totale in Dio che ci dice addirittura di non rimandare a domani l’aiuto che il fratello ti chiede oggi. Se oggi avrai dato tutto, Dio si prenderà cura di te domani. La carità ha altri aspetti come la critica, l’inganno, la violenza. Queste cose attirano su di noi lo sdegno di Dio, mentre i giusti conservano la sua amicizia. Non c’è nulla sulla terra che valga quanto vale l’amicizia di Dio.

 

Questionario per l’approfondimento personale:

  1. L’itinerario formativo di quest’anno ci porta alla scuola della Sapienza. Ti proponi di essere uno scolaro assiduo, attento, che fa esercizi pratici di ciò che ha appreso?
  2. Dio nel consigliarci la sapienza si presenta come Padre. Tu, che hai ricevuto il dono della partecipazione alla paternità divina, ti comporti con Lui da vero figlio?
  3. Il Papa parla di “emergenza educativa”, come se l’uomo del 3° millennio avesse abbandonato tutto al caso, in un relativismo snervante. Tu t’impegni a dare ai tuoi figli una sana educazione?
  4. La Sapienza ci dice di fuggire le cattive compagnie, quelli che nel loro agire non s’ispirano alla Parola santa di Dio. Tu ti lasci influenzare dalla mentalità di questo mondo?
  5. Dio ricorre alla persuasione per indurci ad accogliere i suoi consigli. Tu ti lasci convincere da Dio, o ci sono in te spazi d’insubordinazione, ambiti in cui ti regoli secondo i tuoi criteri?
  6. Nell’azione educativa t’imponi con l’autorità o dialoghi con i tuoi figli perché capiscano i motivi per cui è conveniente seguire le indicazioni divine?
  7. Parli di Dio ai tuoi figli o temi che facciano dell’ironia?
  8. Dalla tua condotta traspare il vero amore per Dio, la fede convinta, l’orientamento sicuro, la vera saggezza di chi dalla vita ha imparato, anche a proprie spese, ciò che è giusto?

 

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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