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FEBBRAIO 2008

     

LA FAMIGLIA IN TEMPO DI PERSECUZIONE

 

In quel tempo il re Erode cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa e fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni. Vedendo che questo era gradito ai Giudei, decise di arrestare anche Pietro. Erano quelli i giorni degli Azzimi. Fattolo catturare, lo gettò in prigione, consegnandolo in custodia a quattro picchetti di quattro soldati ciascuno, col proposito di farlo comparire davanti al popolo dopo la Pasqua. Pietro dunque era tenuto in prigione, mentre una preghiera saliva incessantemente a Dio dalla Chiesa per lui.  (At 12:1-5)

 

            Mentre Pietro stava in carcere, la Chiesa, cioè i fedeli, le famiglie pregavano.

            Ci sono momenti in cui sembra non si possa far niente per evitare l’ingiustizia e il dilagare del male, era la situazione in cui si trovava la Chiesa nascente in questo periodo registrato dagli Atti, e forse è la nostra situazione. Anche oggi vediamo dilagare il male, che ci viene notificato ogni giorno dalla televisione, e prende forme sempre più insolite, quasi che lo spirito del male abbia una fantasia veramente formidabile. Temiamo per noi, temiamo per i nostri figli, ci guardiamo intorno e ci diciamo: “Da dove ci verrà l’aiuto?” Gli uomini politici non ci danno fiducia, gli uomini di chiesa si sono accomodati anch’essi in una specie di Limbo, in un relativismo snervante, non hanno la forza di lottare, di proporre una fede adulta, di formare cristiani coraggiosi, che sappiano testimoniare il loro credo, costi quel che costi. E allora, vigliacchi anche noi, ci scoraggiamo. Ma ci risponde il salmo 121: “Il nostro aiuto viene dal Signore, che ha fatto cielo e terra”.

            Ecco, contro tutti i mali del nostro tempo, contro tutte le insidie che tentano di uccidere la speranza, abbiamo a nostra disposizione la forza vincente, la chiave che apre la via alla novità: la preghiera!

            E’ piccola cosa la preghiera? E’ cosa inefficace? Illusoria consolazione? Oppio dei popoli?...

            Ma di quale preghiera parliamo? Forse della preghiera parolaia, fatta di formule magiche che non funzionano? La preghiera di richiesta, chiusa nel cassetto finché le cose vanno bene, per riprenderla appena ci sentiamo con l’acqua alla gola? La preghiera che vorrebbe costringere Dio a fare quello che noi vogliamo, altrimenti mettiamo il broncio e non andiamo più in chiesa?...

            Ma questa non è: “la preghiera”, quella che fa dire a Maria da Medugorje: “Chi prega non ha paura del futuro!”

            La preghiera vera è quella intrisa di fede, quella che si rivolge al Dio vivo, che invoca la Sua potenza, alla quale nulla può resistere. Questa potenza divina è a nostra disposizione.

            Ecco ciò che rendeva forte la Chiesa primitiva!

E in quella notte, quando poi Erode stava per farlo comparire davanti al popolo, Pietro piantonato da due soldati e legato con due catene stava dormendo, mentre davanti alla porta le sentinelle custodivano il carcere. Ed ecco gli si presentò un angelo del Signore e una luce sfolgorò nella cella. Egli toccò il fianco di Pietro, lo destò e disse: «Alzati, in fretta!». E le catene gli caddero dalle mani. E l'angelo a lui: «Mettiti la cintura e legati i sandali». E così fece. L'angelo disse: «Avvolgiti il mantello, e seguimi!». Pietro uscì e prese a seguirlo, ma non si era ancora accorto che era realtà ciò che stava succedendo per opera dell'angelo: credeva infatti di avere una visione.

Essi oltrepassarono la prima guardia e la seconda e arrivarono alla porta di ferro che conduce in città: la porta si aprì da sé davanti a loro. Uscirono, percorsero una strada e ad un tratto l'angelo si dileguò da lui. Pietro allora, rientrato in sé, disse: «Ora sono veramente certo che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha strappato dalla mano di Erode e da tutto ciò che si attendeva il popolo dei Giudei». Dopo aver riflettuto, si recò alla casa di Maria, madre di Giovanni detto anche Marco, dove si trovava un buon numero di persone raccolte in preghiera. Appena ebbe bussato alla porta esterna, una fanciulla di nome Rode si avvicinò per sentire chi era. Riconosciuta la voce di Pietro, per la gioia non aprì la porta, ma corse ad annunziare che fuori c'era Pietro. «Tu vaneggi!» le dissero. Ma essa insisteva che la cosa stava così. E quelli dicevano: «È l'angelo di Pietro». Questi intanto continuava a bussare e quando aprirono la porta e lo videro, rimasero stupefatti. Egli allora, fatto segno con la mano di tacere, narrò come il Signore lo aveva tratto fuori del carcere, e aggiunse: «Riferite questo a Giacomo e ai fratelli». Poi uscì e s'incamminò verso un altro luogo.

Fattosi giorno, c'era non poco scompiglio tra i soldati: che cosa mai era accaduto di Pietro? Erode lo fece cercare accuratamente, ma non essendo riuscito a trovarlo, fece processare i soldati e ordinò che fossero messi a morte; poi scese dalla Giudea e soggiornò a Cesarèa. (At 12:6-19)

 

            La preghiera della Chiesa riunita è stata esaudita, lo stupore invade i cristiani, il timore cede il posto alla gioia, all’esultanza. Ci potremmo chiedere: Perché i soldati dovettero pagare? Perché neanche di fronte all’evidenza, si ferma l’orgoglio dei superbi. I soldati avranno avuto la gloria eterna per il sacrificio fatto nell’assolvere al loro dovere, ma il Dio vivo conosce tutta la verità e legge nel cuore degli uomini e, presto o tardi farà giustizia, perché anche la giustizia è virtù divina.

            Dio tollera la prepotenza in vista della conversione, ma quando tutti i mezzi divini e umani hanno perso la loro efficacia, la misericordia cede il posto alla giustizia e allora i prepotenti pagano in maniera esemplare. E’ il caso di Erode:

Erode era infuriato contro i cittadini di Tiro e Sidone. Questi però si presentarono a lui di comune accordo e, dopo aver tratto alla loro causa Blasto, ciambellano del re, chiedevano pace, perché il loro paese riceveva i viveri dal paese del re. Nel giorno fissato Erode, vestito del manto regale e seduto sul podio, tenne loro un discorso. Il popolo acclamava: «Parola di un dio e non di un uomo!». Ma improvvisamente un angelo del Signore lo colpì, perché non aveva dato gloria a Dio; e roso, dai vermi, spirò.

Intanto la parola di Dio cresceva e si diffondeva. Barnaba e Saulo poi, compiuta la loro missione, tornarono da Gerusalemme prendendo con loro Giovanni, detto anche Marco. (At 12:20-25)

 

La preghiera non solo libera dal male, ma orienta verso la missione.

La persecuzione, accompagnata dalla preghiera vissuta in Spirito Santo, crea dei testimoni, dei martiri, ma nello stesso tempo è: seme di nuovi cristiani, di fecondità apostolica, di missionarietà.

La preghiera dei primi cristiani è la preghiera di gente disposta a tutto, anche a dare la vita per il Vangelo, una preghiera che si rivolge a Dio per chiedere orientamento e discernimento.

La preghiera è accompagnata dal digiuno, cioè è un atteggiamento che coinvolge anche il corpo, perché le esigenze dello spirito prevalgono su quelle del corpo.

            “Io, Paolo, tratto duramente il mio corpo e lo trascino in schiavitù perché non succeda che dopo avere predicato agli altri, venga io stesso squalificato.(1Cor 9:27)

            Non si tratta, quindi di una preghiera fatta di formule magiche dalle quali si attende una risposta automatica. La magia è azione diabolica; il diavolo ha sempre cercato di scimmiottare Dio e, per illudere di avere più potere di Lui, dà risposte immediate, che poi si rivelano inganni e schiavitù, perché lui non ama l’uomo, ma ha invidia di lui che potrà godere Dio per l’eternità, mentre lui ne è escluso.

            La Chiesa delle origini, ispirata dallo Spirito Santo, è chiamata a mettere in evidenza questo pericolo e farne consapevoli i cristiani di allora e di oggi:

C'erano nella comunità di Antiochia profeti e dottori: Barnaba, Simeone soprannominato Niger, Lucio di Cirène, Manaèn, compagno d'infanzia di Erode tetrarca, e Saulo. Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo Spirito Santo disse: «Riservate per me Barnaba e Saulo per l'opera alla quale li ho chiamati». Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li accomiatarono. Essi dunque, inviati dallo Spirito Santo, discesero a Selèucia e di qui salparono verso Cipro. Giunti a Salamina cominciarono ad annunziare la parola di Dio nelle sinagoghe dei Giudei, avendo con loro anche Giovanni come aiutante. Attraversata tutta l'isola fino a Pafo, vi trovarono un tale, mago e falso profeta giudeo, di nome Bar-Iesus, al seguito del proconsole Sergio Paolo, persona di senno, che aveva fatto chiamare a sé Barnaba e Saulo e desiderava ascoltare la parola di Dio. Ma Elimas, il mago, - ciò infatti significa il suo nome - faceva loro opposizione cercando di distogliere il proconsole dalla fede. Allora Saulo, detto anche Paolo, pieno di Spirito Santo, fissò gli occhi su di lui e disse: «O uomo pieno di ogni frode e di ogni malizia, figlio del diavolo, nemico di ogni giustizia, quando cesserai di sconvolgere le vie diritte del Signore? Ecco la mano del Signore è sopra di te: sarai cieco e per un certo tempo non vedrai il sole». Di colpo piombò su di lui oscurità e tenebra, e brancolando cercava chi lo guidasse per mano. Quando vide l'accaduto, il proconsole credette, colpito dalla dottrina del Signore. (At 13:1-12)

            Questi episodi sembrano così severi, ma a ben vedere sono grazie che Dio concede ai protervi, perché si ravvedano. Paolo, ispirato da Dio, aveva cercato di far capire ad Elimas la sua cecità, ma egli non aveva accolto la luce e allora il Signore gli fece provare la cecità fisica, perché capisse la cecità spirituale e si mettesse alla ricerca della verità e della grazia e smettesse di ingannare i fratelli.

            Anche oggi molte persone pensano di poter abusare della propria persona e di quella degli altri con la droga, l’immoralità, l’impudicizia, l’alcool e tanti altri vizi e schiavitù, e poi restano vittime di malattie vergognose…..

            E’ la vendetta di Dio? Sicuramente no. Dio non gode mai della sofferenza dei suoi figli anche se traviati, ma se non interviene con un miracolo perché si ravvedano, può permettere la prova della malattia, come ultimo tentativo perché si ravvedano. La perdizione eterna non ha prezzo, vale bene un po’ di tempo di espiazione per non correre un rischio così irreparabile.

 

Continuità tra il Vecchio e il Nuovo Testamento

            L’azione apostolica di Paolo e degli altri Apostoli non è stata facile. Paolo aveva nemici i suoi stessi compagni di fede precedenti alla conversione. Illuminato dallo Spirito ed educato da Lui alla verità, cerca con tutti i mezzi di convincere i suoi fratelli e, da vero maestro, parte dall’insediamento nella Terra Promessa e fa vedere la continuità fino alla risurrezione di Cristo:

            Salpati da Pafo, Paolo e i suoi compagni giunsero a Perge di Panfilia. Giovanni si separò da loro e ritornò a Gerusalemme. Essi invece proseguendo da Perge, arrivarono ad Antiochia di Pisidia ed entrati nella sinagoga nel giorno di sabato, si sedettero. Dopo la lettura della Legge e dei Profeti, i capi della sinagoga mandarono a dire loro: «Fratelli, se avete qualche parola di esortazione per il popolo, parlate!».

            Si alzò Paolo e fatto cenno con la mano disse: «Uomini di Israele e voi timorati di Dio, ascoltate. Il Dio di questo popolo d'Israele scelse i nostri padri ed esaltò il popolo durante il suo esilio in terra d'Egitto, e con braccio potente li condusse via di là. Quindi, dopo essersi preso cura di loro per circa quarant'anni nel deserto, distrusse sette popoli nel paese di Canaan e concesse loro in eredità quelle terre, per circa quattrocentocinquanta anni. Dopo questo diede loro dei Giudici, fino al profeta Samuele. Allora essi chiesero un re e Dio diede loro Saul, figlio di Cis, della tribù di Beniamino, per quaranta anni. E, dopo averlo rimosso dal regno, suscitò per loro come re Davide, al quale rese questa testimonianza: Ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore; egli adempirà tutti i miei voleri.

            Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio trasse per Israele un salvatore, Gesù. Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di penitenza a tutto il popolo d'Israele. Diceva Giovanni sul finire della sua missione: Io non sono ciò che voi pensate che io sia! Ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di sciogliere i sandali.

            Fratelli, figli della stirpe di Abramo, e quanti fra voi siete timorati di Dio, a noi è stata mandata questa parola di salvezza. Gli abitanti di Gerusalemme infatti e i loro capi non l'hanno riconosciuto e condannandolo hanno adempiuto le parole dei profeti che si leggono ogni sabato; e, pur non avendo trovato in lui nessun motivo di condanna a morte, chiesero a Pilato che fosse ucciso. Dopo aver compiuto tutto quanto era stato scritto di lui, lo deposero dalla croce e lo misero nel sepolcro. Ma Dio lo ha risuscitato dai morti ed egli è apparso per molti giorni a quelli che erano saliti con lui dalla Galilea a Gerusalemme, e questi ora sono i suoi testimoni davanti al popolo.

            E noi vi annunziamo la buona novella che la promessa fatta ai padri si è compiuta, poiché Dio l'ha attuata per noi, loro figli, risuscitando Gesù, come anche sta scritto nel salmo secondo:

Mio figlio sei tu, oggi ti ho generato.

            E che Dio lo ha risuscitato dai morti, in modo che non abbia mai più a tornare alla corruzione, è quanto ha dichiarato: Darò a voi le cose sante promesse a Davide, quelle sicure.

            Per questo anche in un altro luogo dice: Non permetterai che il tuo santo subisca la corruzione.

            Ora Davide, dopo aver eseguito il volere di Dio nella sua generazione, morì e fu unito ai suoi padri e subì la corruzione. Ma colui che Dio ha risuscitato, non ha subìto la corruzione. Vi sia dunque noto, fratelli, che per opera di lui vi viene annunziata la remissione dei peccati e che per lui chiunque crede riceve giustificazione da tutto ciò da cui non vi fu possibile essere giustificati mediante la legge di Mosè. Guardate dunque che non avvenga su di voi ciò che è detto nei Profeti:

Mirate, beffardi,

stupite e nascondetevi,

poiché un'opera io compio ai vostri giorni,

un'opera che non credereste, se vi fosse raccontata!».

            E, mentre uscivano, li pregavano di esporre ancora queste cose nel prossimo sabato. Sciolta poi l'assemblea, molti Giudei e proseliti credenti in Dio seguirono Paolo e Barnaba ed essi, intrattenendosi con loro, li esortavano a perseverare nella grazia di Dio. Il sabato seguente quasi tutta la città si radunò per ascoltare la parola di Dio.  (At 13:13-44)

 

            Poi la gelosia, peccato diabolico, rovina l’azione della grazia, ma Paolo e Barnaba non si lasciano intimorire e vanno ad annunciare la Parola ai pagani.

Il sabato seguente quasi tutta la città si radunò per ascoltare la parola di Dio. Quando videro quella moltitudine, i Giudei furono pieni di gelosia e contraddicevano le affermazioni di Paolo, bestemmiando. Allora Paolo e Barnaba con franchezza dichiararono: «Era necessario che fosse annunziata a voi per primi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco noi ci rivolgiamo ai pagani. Così infatti ci ha ordinato il Signore:

Io ti ho posto come luce per le genti,

perché tu porti la salvezza sino all'estremità della terra».

Nell'udir ciò, i pagani si rallegravano e glorificavano la parola di Dio e abbracciarono la fede tutti quelli che erano destinati alla vita eterna. La parola di Dio si diffondeva per tutta la regione. Ma i Giudei sobillarono le donne pie di alto rango e i notabili della città e suscitarono una persecuzione contro Paolo e Barnaba e li scacciarono dal loro territorio. Allora essi, scossa contro di loro la polvere dei piedi, andarono a Icònio, mentre i discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo.             (At 13:44-52)

 

RIFLETTIAMO INSIEME

  1. Vedendo la costanza di questa lotta contro il bene, chiediamoci: Ma noi, siamo consapevoli di essere oggetto d’invidia da parte del tentatore?
  2. Se la nostra vita non disturba nessuno, neanche il tentatore, vuol dire che è inutile.
  3. Se disturba, se crea problemi a chi ha una fede debole, siamo sulla buona strada, ma facciamo discernimento nello Spirito, perché il nostro atteggiamento verso i fratelli sia quello giusto.
  4. La forza della Chiesa primitiva era la preghiera piena di fede. Com’è la mia preghiera?
  5. Ci sono per caso residui di magia nel senso che penso che la preghiera sia come spingere un pulsante? Dio risponde ma con la Sua Sapienza, come e quando ritiene giusto farlo.
  6. Hai visto anche tu in qualche momento della tua vita i prodigi della preghiera?
  7. Cedi ancora all’angoscia, allo scoraggiamento, alla sfiducia?
  8. Hai paura di dover pagare un prezzo troppo alto per la tua fede?
  9. Ti senti un vero cristiano o pensi di dover fare qualcosa per diventarlo? Deciditi.

 

 

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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