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OTTOBRE 2005

     

TI BENEDICO, PADRE. (Mt 11,25-30)
Condizioni per un clima familiare sereno

"In quel tempo Gesù disse: "Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare.
Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero".
(Mt 11,25-30)

Forse questa è una delle pagine più belle del Vangelo. Gesù è soddisfatto al punto da ringraziare il Padre che lo circonda di piccole anime semplici, pure, umili, disposte ad accogliere il suo messaggio.
La famiglia può considerarsi una piccola comunità formata da "piccoli". Piccoli di età, piccoli di statura spirituale, piccoli perché pieni di timori. Anche i genitori si sentono piccoli di fronte ai problemi incombenti, di fronte ai pericoli sempre in agguato per sé e per i propri figli. Si sentono piccoli soprattutto di fronte ai desideri alti, riguardanti i figli, per la precarietà in cui si trovano, che non permette loro di farsi garanti neanche di un solo giorno di vita, di un solo giorno di salute mentale e fisica, e neanche dei beni economici che avessero faticosamente conquistato…. È tutto così relativo in questo nostro mondo e in questo nostro tempo, in cui possiamo essere circondati da nemici che non conosciamo, e ci possono raggiungere al mare, in montagna, in casa, sulla metropolitana…. ovunque!
Eppure Gesù esulta e benedice il Padre proprio pensando e avendo innanzi a sé questi piccoli, questi poveri, questi sprovveduti, noi, tutti noi…
Ma perché mai Gesù non partecipa alla nostra angoscia invece di esultare?
E' la domanda che ci dobbiamo porre tutti e che non ha una risposta sola.
Non pretendo di saper dare io una risposta come ricetta per la fatica del vivere, ma quello che possiamo fare insieme è scavare dentro la Parola di Dio, perché sicuramente il senso vero si nasconde proprio in quella Parola, che, come un seme racchiude un progetto di vita.
Io credo che ogni mamma, ogni papà vorrebbe garantire ai suoi figli la serenità, la pace, il benessere… Essere genitori significa anche questo ed è certo che se dipendesse da loro si imporrebbero qualsiasi sacrificio pur di riuscire nel loro intento.
Eppure voi genitori siete solo delegati imperfetti di Dio "Padre e tenera Madre"; voi non siete onnipotenti, altrimenti non avreste di queste preoccupazioni, ma Lui è Onnipotente e allora possiamo dire che voi stessi e i vostri figli siete nel Suo amore più di quanto i vostri figli sono nel vostro amore.
E allora?
E allora se Lui giubila vedendovi piccoli, poveri, fragili è perché sa che può provvedere a voi, che può nutrirvi, vestirvi, insegnarvi a camminare, educarvi nella scienza della vita…. portarvi oltre la soglia dell'effimero per rivelarsi a voi e rendervi felici ed appagati sul Suo Cuore. La vita può ben paragonarsi, rispetto all'eternità, al sonno agitato di un bimbo nella culla. Basterà aprire gli occhi e l'incubo sarà passato e dimenticato tra le braccia materne di Dio.
Gesù benedice il Padre perché si è degnato rivelare proprio a questi piccoli i segreti del Regno, riposti nella fiducia sconfinata.
Ma perché ai piccoli e non a tutti, anche ai ricchi?

Perché i piccoli tendono le braccia, cercando chi li possa aiutare, mentre i grandi, "i ricchi", pensano di poter bastare a se stessi. Essi non scoprono le immense risorse di serenità, di gioia, di pace, di benessere, di elezione che Dio mette a disposizione dei piccoli, e non perché Dio non voglia farglieli scoprire, ma perché essi non si rivolgono a Lui. Anche i ricchi hanno difficoltà, ma magari cercano in tutto il mondo chi li possa aiutare a risolvere i loro problemi, ma non pensano di rivolgersi a Dio, e Dio si sente rifiutato, ignorato, sconosciuto da loro.
Nessuno impedisce a questi tali di riconoscere la loro reale povertà e di farsi piccoli di fronte a Dio. Quando lo faranno, immediatamente Dio metterà a loro disposizione i suoi tesori. Egli, alla porta di quei cuori, aspetta solo che si rivolgano a Lui per poter intervenire.

I tesori del Regno
I tesori del regno sono tesori che la ruggine non corrode e il tarlo non consuma; sono beni ifiniti, che superano di molto le richieste umane. Questi beni sfuggono anche alla falce impietosa della morte. Essi sono legati all'anima, e si godono nella vita terrena come pace e serenità e nella vita eterna come unica ricchezza e fonte di merito. Dio può concedere anche grazie tese a migliorare la vita terrena, se questo è un bene per la persona; può anche prolungare il tempo della vita, se questo tempo è utile all'uomo per migliorare la sua vita eterna. Ma se, nella sua prescienza, dovesse vedere che un prolungamento del tempo servirebbe solo a gravare la sua creatura di nuovi peccati, proprio perché l'ama, interromperebbe quella vita, togliendola dal pericolo di perdersi. Non fate così anche voi quando vedete i vostri figli intenti in un gioco pericoloso? Li prendete in braccio anche se piangono e li mettete in salvo.
Gesù approva l'operato del Padre, cioè le condizioni poste da Lui per poterci rivelare i segreti del Regno. L'approva perché è giusto, l'approva perché è semplice come è semplice Dio: Egli in poche parole ci manifesta i suoi progetti. Sono le poche parole cantate dagli Angeli sulla grotta di Betlemme: "Gloria a Dio nei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà", perché sono amati da Dio.
Dio è pieno di doni ma aspetta chi desidera riceverli, chi è cosciente di averne bisogno, cioè i piccoli, i poveri, quelli che sanno di non poter far nulla da soli, di aver bisogno di Lui.
Questi tesori il Padre li ha messi nelle mani di Gesù, perché Gesù ci ha amati fino a dare la sua vita per noi.
· Il Padre è il pensiero, Gesù è la Parola;
· il Padre desidera, il Figlio realizza;
· il Padre vuole dare gioia e pace alle sue creature, il Figlio si dona in sacrificio di riscatto, perché essi possano ricevere questi doni.
· Lo Spirito, da parte sua realizza nel Cuore di Gesù la perfetta comunione col Padre.
Il Figlio può farci conoscere il Padre, la realtà della vita soprannaturale, la vita nella beatitudine eterna e la condizione per esservi ammessi; ma può rivelarlo solo a chi gli presta ascolto. Lui vorrebbe rivelare queste cose a tutti gli uomini, ma gli uomini sono distratti, immersi nelle cose, non credono alla Sua Parola, non riescono a penetrare nel mistero perché non vogliono.

Il mistero di Dio e il mistero dell'uomo
Veramente la passione di Cristo non finisce mai, perché il mistero dell'uomo è più incomprensibile dello stesso mistero di Dio.
Noi, così egoisti, inspiegabilmente trascuriamo il nostro vero bene, per cui il nostro mistero è difficile da decifrare, perché manda messaggi contraddittori.
Il nostro mistero è un abisso di paure e di spavalderie, di debolezze e di maschere spaventose di prepotenza, di desiderio di comunione e di timore di essere raggiunti e scoperti nella nostra verità.
Il mistero di Dio, invece, è un abisso d'amore dove è dolce perdersi, solo che se ne trovi la vena, i santi che ne hanno fatto esperienza, preferivano la solitudine beata al fracasso del mondo.
Noi uomini siamo veramente complicati.
Perché oggi è tanto difficile vivere la relazione di coppia se non per questi assurdi giochi di forza, che si fanno per non far scoprire le proprie debolezze?

Desiderata
Se noi ci accettassimo così come siamo e ammettessimo le nostre povertà e limiti, se deponessimo i nostri orgogli, se tornassimo semplici e puri come i bambini, consapevoli di aver bisogno gli uni degli altri e tutti di Dio, se ci presentassimo così a Dio, al coniuge, ai figli, faremmo giubilare il Cuore di Gesù e di rimando il Cuore del Padre; faremmo abbassare le difese in quanti ci vivono accanto, faremmo tirare un sospiro di sollievo in famiglia e finalmente, insieme ci potremmo rivolgere a Gesù, mostrargli le nostre povertà, tendere a Lui le nostre mani vuote ed Egli le riempirebbe di doni soprannaturali, che spegnerebbero anche la sete dei beni materiali che tanto ci assilla.
"Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò".
Ma perché non ci impegniamo a dare alla nostra casa quest'aria leggera, questa brezza soave che fa stare tutti bene, che permette ad ognuno di esprimere completamente se stesso, nella sua originalità, nella sua unicità, nella consapevolezza della sua dignità?
Dalla casa della famiglia cristiana va bandita ogni grossolanità, ogni rimprovero assillante e ingiustificato, che contraddice alle leggi della natura, ogni volgarità nelle parole e negli atti, che fa vedere sotto una luce scabra e falsa alcune realtà della nostra natura, ogni interpretazione maliziosa di fatti e avvenimenti… tutto ciò che può far scoprire ai bambini la malizia umana. Si pensi soprattutto agli aspetti sessuali della vita, che spesso sono sottolineati in maniera maliziosa.

Tornare bambini
La vita del cristiano deve sempre essere immersa nella luce di Dio, che illumina ogni realtà fasciandola di bellezza e di dignità. Non c'è niente nella natura e nella vita che non possa essere spiegato ai bambini, ma bisogna che noi stessi impariamo a vedere tutto con gli occhi dei bambini e questo è un po' più difficile. Eppure Gesù l'ha data come condizione per entrare nel regno dei cieli:
"In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me". (Mt 18:3-5)
Perché vogliamo far vivere i figli nell'angoscia di ciò che mangeremo, di ciò che berremo, di cosa ci vestiremo, di quale casa abiteremo?…
Perché non impregnarli, fin da piccoli di fiducia in Dio?
Il Padre sa che abbiamo bisogno di queste cose ma soprattutto sa che abbiamo bisogno di sapere a chi dobbiamo rivolgerci nelle nostre necessità, a chi può risolvere i nostri problemi.
Dio sa che abbiamo bisogno di Lui e per questo è sempre a nostra disposizione, sempre presente ad ogni nostro richiamo. Se avessimo qualche dubbio, Gesù, prima di lasciare questa terra, ha pensato ad un altro modo di rimanere tra noi: si è reso cibo e presenza, per stare non solo accanto a noi, ma addirittura dentro di noi, diventando Vita della nostra vita.
Cosa poteva fare ancora Dio per noi che non l'abbia fatto?
Non ci resta che ritrovare la fiducia che il bambino ha nella sua madre e nel suo padre.

E la croce?
Questa fiducia non ci libera dalla nostra croce, ma ricordiamo che la piccola parte di sofferenza che Egli permette per noi, è la più grande grazia che ci è stata concessa, perché nel Regno dei cieli, Egli potrà associarci ai meriti della sua passione, proprio perché abbiamo sofferto.
Questa considerazione faceva dire a S. Paolo:
"Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa". (Col 1:24)
Non dobbiamo pensare che la croce sia indice che Dio non ci ama o peggio ancora che ci castiga; Dio non castiga, ogni malanno è frutto del peccato presente in noi e nel nostro mondo, ma da quando Gesù ha santificato con la sua vita e con il suo amore le ingiustizie, i patimenti, il dolore e la stessa morte, queste hanno perso il loro potere di distruzione per divenire strumento di santificazione e di redenzione. Per questo Gesù ci dice:
"Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero". (Mt 11,30)
Bisogna vivere in una dimensione di fede e tutte le cose si vedreanno in una luce diversa, si vedranno nella luce del Regno.
Anche in terra le cose che valgono costano sacrificio, ma chi le apprezza non bada al costo ma al risultato:
· Gli atleti si sottopongono a sacrifici enormi, per ottenere una misera medaglia,
· la gente dello spettacolo è costretta continuamente a tenere sotto controllo il suo aspetto a costo di molte rinuncie, per presentarsi in maniera piacente agli spettatori,
· la gente di studio deve continuamente aggiornarsi per stare al passo con il progresso scientifico,
· i politici devono continuamente fiutare l'opinione pubblica, per assecondare i desideri del popolo e ricevere i loro consensi….
Noi cristiani, candidati al Regno di Dio, vorremmo che tutto ci fosse dato gratuitamente, senza sforzo, senza impegno, senza sofferenza? Forse proprio noi vogliamo contraddire la legge della vita che esplode sempre dalle ceneri del seme? Se il seme non dona se stesso, se non si sacrifica, se non rinuncia al proprio essere seme, non produce la spiga, cioè la vita moltiplicata in proporzione del dono!

Imparate da me.
Gesù ci dice di essere miti ed umili di cuore, di non pretendere per sé ciò che neanche il Figlio di Dio ha preteso dal Padre suo, di acettare la legge della morte, sicuri che dalla morte di passa alla risurrezione e ci garantisce che in questa maniera le nostre anime saranno ristorate, cominceremo cioè a godere fin da quaggiù i frutti della risurrezione in termini di pace interiore, di serenità, di buona coscienza, non certo in termini di visione, di godimento, di completezza che si avrà solo nella vita eterna. Dobbiamo essere sicuri, però, che l'ultima parola non ce l'ha la morte ma la risurrezione.
Impegniamoci in questo anno comunitario a intridere la nostra fede di speranza, di amore a Dio e al prossimo, di fraternità evangelica; riscopriamo il gusto di sentirci teneramente coccolati da Dio, usciamo dalla luce spettrale del pessimismo e della paura e mettiamoci tra le braccia di Dio come un bimbo svezzato in braccio a sua madre e vedremo che la vita si colorerà di fiducia.

Questionario di revisione personale:
1. Ti senti tra i piccoli, che fanno giubilare il Cuore di Gesù o tra i pessimisti, che lo affliggono con la loro razionalita tutta terrena?
2. Nelle tue necessità a chi ricorri? In chi poni la tua fiducia?
3. Non è male usare i mezzi che la scienza e la tecnica mettono a nostra disposizione, ma capisci il limite di queste cose?
4. Sai confidare in Dio anche quando non vedi via di uscita, umanamente parlando?
5. Sai avere una fede capace di spostare le montagne che ci dividono dai fratelli, che ci rendono impossibile di vivere serenamente la nostra esistenza?
6. Ti preoccupi più del futuro dei tuoi figli o del presente che prepara quel futuro, se ci sarà?
7. Nella tua casa si respira aria di semplicità, di purezza, di bontà misericordiosa?
8. Bandisci dalle tue parole e dai tuoi gesti ogni allusione maliziosa, ogni parola che possa ferire la suscettibilità dei tuoi figli?
9. Il cammino di fede ti ha reso più mite, più umile, più fiducioso?
10. Ti metti fra le braccia di Dio come un bimbo svezzato, lasciandoti portare da Lui, o gli cammini a fianco, assillandolo con i tuoi problemi, con le tue previsioni catastrofistiche?
11. Accetti la sfida di una società violenta, rifugiandoti in Dio e confidando in Lui?
12. Cosa pensi di dover fare per comunicare a chi ti vive accanto fiducia e speranza?

 

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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