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IL MATRIMONIO NELLE PARABOLE

NOVEMBRE 2004

     

LA PORTA PICCOLA (Mt 7, 13,14;21-23)

Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!

Un'altra parabola di poche righe! Ma proprio perché è molto piccola, sicuramente nasconde un tesoro di sapienza di grande valore, come certe scatolette piccole, che nascondono gioielli.
"La porta stretta!… stretta da che?………
Stretta da argini fermi. La porta stretta, la via angusta non permettono di spaziare dove si vuole e come si vuole. La porta bassa e stretta costringe ad abbassare la testa, ad essere meno ingombranti, cioè ad essere umili.
L'umile ha sempre lo sguardo rivolto alla sua miseria, si vede piccolo, non punta il dito contro la miseria altrui, denunziandola e stupendosi per le fragilità e incoerenze che vede negli altri. E come potrebbe se, con cuore contrito guarda alle sue miserie? L'umile implora per sé e per i fratelli la misericordia di Dio, perché è l'unica grande opportunità offerta all'uomo peccatore per salvarsi. Non ci salveremo per le nostre opere, ci dice Paolo, ma per la grazia di Dio. Non perché le opere non debbano essere fatte, ma perché queste, anche se in numero grande, non possono salvare neanche un'anima; per salvarci, Dio ha mandato suo Figlio, il solo giusto, che giustificherà molti, cioè tutti quelli che vorranno essere salvati.
Umiliarsi dunque! Che difetto brutto la superbia! E' proprio una gramigna difficile da sradicare dal nostro cuore. Essa ci porta a costruirci un trono di meriti e virtù che non abbiamo, e su questo trono ci innalziamo, tronfi e ridicoli, come palloni gonfiati, oppure come manichini meccanizzati, che si girano per far vedere il vestito; così noi superbi mettiamo in evidenza i nostri pregi, i nostri meriti, i nostri sacrifici… affinché gli altri, stupiti, ci adorino, si inchinino davanti a noi, ci scelgano per modelli o per amici, quasi che fossimo in vendita.
Ed è già tanto se ci limitiamo a sottolineare i nostri pregi e non ci confrontiamo con gli altri: "Io sono…., ma mia suocera….; io faccio…., ma mio marito…., io capisco…., ma i miei figli…"!!!
Proprio come quel fariseo di evangelica memoria
Disse ancora questa parabola per alcuni che presumevano di esser giusti e disprezzavano gli altri: "Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore.
Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell'altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato". (Lc 18:9-14)
Di quante battaglie familiari è responsabile il nostro orgoglio! Quanti matrimoni finiti sotto la grandine delle virtù di uno de due! Troppo virtuosi questi tali per poter sposare un comune mortale! Queste persone così ben equipaggiate di virtù e di meriti (immaginari) sono troppo gonfie, non entrano per la porta stretta del Regno dei cieli, sono troppo alte, se non scendono dal piedistallo, non entrano! "Ma come, diranno il giorno del giudizio, noi abbiamo collaborato col parroco, abbiamo frequentato la Comunità d'Amore, siamo andati tutti i giorni a Messa, abbiamo pregato…." "Non vi conosco!!!"
Tremenda parola, soprattutto perché il giudizio questa volta è senza appello. I "ma" e i "se" sono finiti, li lasciamo sulla terra, insieme alle nostre spoglie, anch'esse fatte oggetto di esaltazione da parte del superbo.

IN FAMIGLIA
Per stabilire una relazione armoniosa in famiglia, bisogna proprio svestirsi di tutte queste vesti ingombranti. Nel giardino di Eden le due creature uscite dalla mano di Dio, erano nude; pensarono di vestirsi solo dopo il peccato. Perché questa esigenza? Era il pudore? No, era voler nascondere quello che sentivano dentro di sé: la vergogna, l'opposizione a Dio, l'inganno in cui erano caduti… Si vestirono di falsi pretesti di innocenza e si nascosero…. E quando Dio li chiamò, cominciarono a sciorinare le loro giustificazioni per scusarsi, quasi che "la foglia di fico" fosse una barriera invalicabile per Dio!
Avevano conosciuto l'inganno del serpente e l'umiliazione della colpa, ma non ancora l'umiltà; questa si farà spazio pian piano, quando sperimenteranno le conseguenze del loro peccato sui figli.
La condizione umana ormai è condizione di fragilità, di imperfezione, di peccato. Ma, per nostra fortuna Dio pensò al Salvatore e, nella pienezza dei tempi lo mandò.
Egli, non solo è apparso in forma umana, ma ha assunto tutta la condizione umana, eccetto il peccato e ci ha insegnato a camminare sulla strada stretta tracciata dal Padre.
Essa è l'unica, la più breve, la più facile per vivere serenamente con Dio, con se stessi e con i fratelli, assolvendo alla nostra missione. Sembra strada esigente, mortificante, umiliante per la nostra dignità, ma è la più facile e la più "umana". L'uomo non è mai tanto se stesso che quando dice: "Ho peccato!" Perdonami!. Chi la segue vive sereno anche se povero, anche se umiliato, anche se disprezzato da chi vive secondo il mondo.
La famiglia sarà serena solo se tutti sapranno contenersi nelle giuste dimensioni, senza sopravvalutarsi e senza sottovalutarsi. Siamo potenzialmente dei santi, abbiamo tutte le possibilità per divenirlo, ma il peccato ci è familiare, la fragilità è un elemento costituzionale, con il quale dobbiamo fare i conti 24 ore al giorno, ma, se sappiamo intrattenere un rapporto di dipendenza fiduciosa e umile con Dio, la riconciliazione e il perdono ci riporteranno sempre sul retto cammino.
Diciamo allora: Siamo una famiglia normale, che ha il suo punto forte nell'umiltà e nel perdono.

ESSENZA DELLA VIA ANGUSTA
Ma cos'è, in sintesi questa "Via stretta"?
E' la via che, istante per istante ci indica la coscienza. E' la via del "Meglio":
· Fra una cosa buona e una cattiva, la coscienza indica quella buona;
· tra una cosa buona e una indifferente, indica quella buona;
· tra una cosa buona e una perfetta, indica quella perfetta.
Noi poi dobbiamo mettere in atto la nostra volontà per fare la nostra scelta. A questo punto inizia la lotta perché:
· il nostro egoismo presenta le sue esigenze e
· il tentatore le fa lievitare perché ci sembrino insormontabili.
· E' a questo punto che deve entrare in funzione la nostra razionalità per farci capire qual è la scelta più opportuna per il bene immediato e il bene futuro.
· Questo lavoro va accompagnato dalla preghiera umile e fiduciosa, per ottenere la luce dello Spirito e la sua forza per resistere al tentatore.
Questa battaglia la combattiamo durante tutto il giorno, per le piccole e per le grandi decisioni che siamo chiamati a prendere. Più piccole sono le decisioni, più ci è difficile riconoscere l'opportunità di fare la scelta giusta. A volte è più difficile trattenere una parola che andare a soccorrere un ammalato o sopportare un sopruso.
Sono necessarie la vigilanza continua, per riuscire a tenere in allenamento la nostra volontà e l'azione dello Spirito per riuscire ad avere sempre la luce giusta per vedere le diverse situazioni e affrontarle in maniera adeguata. Infatti, non basta avere gli occhi sani se intorno a noi c'è il buio. Proprio di questa Luce parlava Gesù, quando affermava: "Io sono la luce".

INSEGNARE AI FIGLI LA VIA STRETTA
I figli hanno bisogno di riflettere su queste cose come e più di noi. Anche per loro non c'è salvezza che nella via stretta insegnata da Gesù.
E' facile per loro imboccare altri sentieri e di fatto li imboccano, ma per trovare poi sui loro passi tristezza e rimorso, due cattivissimi compagni di viaggio, responsabili di tanta devianza e di tanta disperazione.
La via della saggezza evangelica è l'unica che dà pace all'anima, serenità allo spirito, avvenire di speranza.
Il mondo tende ad indicare la strada del più piacevole, del più gratificante, del falso successo, della deresponsabilizzazione, del "mordi e fuggi"……. Ma in queste strade c'è solo stordimento e, se ci si volta in dietro, si vedono solo le vittime lasciate lungo il sentiero. Pensate ai tanti matrimoni finiti, agli aborti, alle violenze, alle guerre….
E' mai possibile che l'uomo del terzo millennio abbia perso completamente il senso di responsabilità dei suoi atti? Sono già i tempi dell'Apocalisse? C'è chi lo afferma e, se si guarda alle famiglie, alle guerre, al mondo del lavoro, allo stesso gioco, alla scuola, alla moda, allo spettacolo…. sembra proprio che il mondo sia tutta una "Babele".
"Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole. Emigrando dall'oriente gli uomini capitarono in una pianura nel paese di Sennaar e vi si stabilirono. Si dissero l'un l'altro: "Venite, facciamoci mattoni e cuociamoli al fuoco". Il mattone servì loro da pietra e il bitume da cemento. Poi dissero: "Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra". Ma il Signore scese a vedere la città e la torre che gli uomini stavano costruendo. Il Signore disse: "Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l'inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l'uno la lingua dell'altro". Il Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città.
Per questo la si chiamò Babele, perché là il Signore confuse la lingua di tutta la terra e di là il Signore li disperse su tutta la terra". (Genesi 11:1-9)
Questo è un linguaggio antropomorfico. Sicuramente Dio non ostacola i progetti degli uomini per capriccio. Se lo fa è perché non sono convenienti. Questo volersi costruire una città sulla terra, una torre che tocchi il cielo, era indice di potere e di grandezza umana e terrena, che li avrebbe portati ad investire le loro forze per cose di questa terra, quindi provvisorie e a trascurare di costruirsi una città per l'eternità. La confusione delle lingue avrebbe impedito loro di accordarsi su un progetto iniquo e la sofferenza li avrebbe spinti, a cercare ciò che il tempo non distrugge. A volte le sofferenze ce le cerchiamo noi, quando costringiamo Dio a permetterle come male minore; se invece fossimo saggi e attuassimo una giusta gerarchia di valori, dando alle preoccupazioni terrene il valore temporaneo che hanno, riservando il nostro impegno maggiore per ciò che è eterno, Dio asseconderebbe i nostri progetti e li benedirebbe.

LA SPERANZA
Eppure, la situazione del momento, simile a quella di Babele, non deve indurci alla disperazione.
Anche per i figli c'è un futuro di speranza, ma devono scoprirlo e impegnarsi a costruirlo con le scelte di vita saggia. Questo mondo dovrà pure tornare alla saggezza evangelica! Un mondo senza valori divora se stesso. Un mondo violento e spregiudicato è come un boomerang, che gli si torce contro. Questo mondo, che dà importanza solo alle apparenze, si trova poi con un pugno di mosche, quando va a tirare le somme.
Ma su questo mondo povero, veramente povero, veglia l'amore materno di Maria Mediatrice ed Ella sta facendo pressione presso Gesù, perché plachi la sua giustizia ed esprima il suo Amore Misericordioso.
Maria, però, chiede che uniamo la nostra voce alla sua, perché questo piano di misericordia si esprima proprio in favore di questo nostro mondo segnato dal peccato.
Non facciamo mancare la nostra voce insieme alla sua. La nostra sola voce sarebbe insufficiente, perché siamo persone che non uniscono alla preghiera il sacrificio fatto per amore.
"Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità". (Mt 7:21-23)
Ma la nostra preghiera, nascosta in quella di Maria, acquista in potenza. "Chi prega, ha detto Maria, non ha paura del futuro" perché chi prega ha l'onnipotenza di Dio nelle sue mani. Ovviamente si tratta di preghiera attiva, di preghiera che ci cambia la vita.
Chiediamo allora al Signore che ci risvegli da questo sopore che c'impigrisce, chiediamogli che ci dia la determinazione ad intraprendere la via difficoltosa del meglio, di farci rientrare nelle dimensioni dell'umiltà, per poter entrare attraverso la porta stretta che introduce nel suo Regno e preghiamo per quanti ci sono stati affidati, perché anche loro, insieme con noi, possano godere la pace, la gioia, la luce eterna di Dio.
In questo mese non dimentichiamo i nostri defunti. Essi non hanno bisogno di fiori e di lumini ma di preghiere e di atti concreti d'amore, per potersi purificare ed entrare nella gloria.

Questionario di approfondimento personale:

1. Attraverso questa riflessione sulla parabola evangelica, hai riguardato le tue dimensioni, per vedere se puoi entrare nella porta stretta?
2. Forse ti vedi ancora voluminoso di superbia e di egoismo, forse sei troppo alto nella tua reputazione per potervi entrare?
3. Cosa decidi allora di fare? Alcuni tentano di allargare la "porta", adattandola alle loro dimensioni, ma è un gioco da bambini, il Vangelo è inalterabile! Sei fra questi?
4. Se non ti sai giudicare, chiedilo a quelli che vivono con te e loro sapranno dirti se sei troppo alto o troppo largo, se occupi troppo spazio in famiglia e non lasci il giusto spazio nelle decisioni anche agli altri, se imponi la tua volontà con orgoglio, come se tu fossi infallibile.
5. Hai inoltre la voce della coscienza. Essa è imparziale e giusta, chiama bene il bene e male il male, non ti puoi sbagliare. Se poi al posto della coscienza tu hai messo il criterio degli uomini di questo mondo e ragioni come loro, vuol dire che devi fare un grosso lavoro di purificazione e ti devi rilavare nel Vangelo, per impregnarti dei suoi valori e riuscire a capire che ciò che il mondo propone è solo inganno.
6. Lavori per riuscire a governare la tua volontà e non essere travolto dalla fantasia levitata dal maligno?
7. La tua intelligenza la esponi spesso alla luce dello Spirito perché tu possa vedere chiaramente ciò che è bene fare per la tua salute eterna e per il bene dei tuoi cari?
8. Vuoi rispondere all'invito di Maria, unendo la tua voce alla sua, perché di plachi la giustizia divina e Dio faccia prevalere ancora una volta il suo Amore Misericordioso?
9. Prendi in considerazione queste domande, potranno giovare alla tua pace.

 


 

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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