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MARZO 2005

     

 

IL SEME BUONO E LA ZIZZANIA (Mt 13,24-30;36-43)

“Un'altra parabola espose loro così: «Il regno dei cieli si può paragonare a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi la messe fiorì e fece frutto, ecco apparve anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Padrone, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania? Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo. E i servi gli dissero: Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla? No, rispose, perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio».

************************

Poi Gesù lasciò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si accostarono per dirgli: “Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo. Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del maligno, e il nemico che l'ha seminata è il diavolo. La mietitura rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, intenda!

Molti fidanzati iniziano la loro storia d'amore all'insegna della poesia, dell'affetto travolgente, del desiderio reciproco, del dialogo ininterrotto, della stima, della fiducia…

E' bello questo momento della vita in cui si scopre la bellezza e la creatività dell'amore coniugale. I fidanzati vivono nel desiderio di scoprirsi, di conoscersi, di confrontarsi con il “diverso”. Vivono il piacere e la gioia dell'incontro, del riconoscimento reciproco.

Alimentata dalla frequentazione, la coppia cresce nella comunione, tanto da desiderare che non ci siano spazi e tempi che li dividono. Si avviano così verso il Matrimonio.

Questa è cosa molto buona e benedetta da Dio.

Ovviamente Dio ci educa anche a vivere il fidanzamento nel modo più opportuno. Si tratta pur sempre di un periodo di conoscenza che può portare all'inizio di una storia d'amore, oppure può sciogliersi perché non ci si riconosce fatti l'uno per l'altro. Non tutti gli incontri determinano un coinvolgimento vitale che dura nel tempo e proprio per questo Dio, nel Cantico dei Cantici, ci dice di aspettare a conoscersi prima di vivere insieme. Potremmo essere delusi dalla realtà, che non corrisponde alla persona alonata dalla luce dell'innamoramento, che la rende senza difetti e completamente catturata dal nostro amore.

Occorre superare questa fase idilliaca e irreale, passare alla fase esplorativa , o conoscitiva , che ci permette di conoscere l'altro/a nella sua realtà fatta di doti e di fragilità, di punti di luce e di punti di tenebra, di gioia e di dolore, di positività e di negatività, di amore e di incapacità di amare, di affettività e di anaffettività…

Solo quando abbiamo deciso di accogliere nel nostro amore l'altro/a così com'è, possiamo iniziare a programmare insieme come gestire le nostre risorse e le nostre povertà, le nostre potenzialità e i nostri limiti, il bene e il male che c'è in noi.

La fase progettuale non può limitarsi a progettare il nido, i mobili, il vestito, la festa, deve creare il giusto ingranaggio perché le due persone funzionino all'unisono e nell'armonia.

Comunque sia il periodo del fidanzamento è illuminato dalla luce della speranza di un avvenire bello, piacevole, interessante. Sicuramente è poco realistico, tende a sottovalutare la gestione pratica della vita a due, ma comunque è un periodo pieno di promesse e di amore.

Si arriva al Matrimonio: megafesta organizzata fin nei particolari, tutto bello, baci e sorrisi, auguri e regali, viaggio di piacere…. “E dopo i confetti arrivano i difetti”!

Sono superficiali i giovani? sensuali? Hanno spirito di indipendenza? …. Non più che in altri tempi.

La realtà della vita a due è naturale che crei delle difficoltà: la gestione della casa, la gestione economica, la gestione del tempo libero, il lavoro, la gestione delle relazioni con i parenti e gli amici…. Tutto è nuovo, tutto è da imparare, tutto crea complicazioni e rende la vita più pesante che nel periodo del fidanzamento, ma, se c'è l'amore tutto si supera.

Il vero problema però è la gestione della propria personalità non allenata al confronto diretto con l'altro/a 24 ore su 24. La donna ha le sue esigenze, il maschio le sue, ognuno tende a prevalere sull'altro/a, ognuno crede di avere ragione, ognuno pensa che le difficoltà le porta il partner e quindi si comincia a guardarlo con sospetto.

A questo punto l'amore comincia ad ammalarsi: le virtù della pazienza, del perdono, della mitezza, del buon senso, dell'autocontrollo … se non sono state assimilate durante l'infanzia, è logico che i due che si sono uniti in matrimonio siano incapaci di reggere ad un confronto scomodo o difficile, che mette in ombra la propria personalità. Se poi la superbia prende il sopravvento, si arriva al confronto iroso e violento….

La domanda sorge spontanea: Ma in quei cuori così ben disposti all'amore, chi ha seminato l'erba cattiva che ora sta aggrovigliandosi intorno alle piante buone col rischio di soffocarle?

Ed ecco la parabola di Gesù che ci dà la risposta: Il nemico ha fatto questo.

Ma perché il nemico se la dovrebbe prendere proprio con una coppia felice, che vuole solo vivere nell'amore, senza arrecare danno a nessuno?

Il matrimonio è sempre stato considerato anche un rito di passaggio dalla giovinezza all'età adulta, caratterizzata dal buon senso, dal senso di responsabilità, dalla pazienza, dallo spirito di tolleranza e di sacrificio, dal dono di sé, perché la realtà nuova che si vuole creare, la nuova famiglia, sicuramente ha un valore inestimabile, ma richiede anche impegno, buona volontà, creatività per realizzare il sincronismo della vita a due e più, cioè la famiglia, ecc

I giovani del XX secolo non sono capaci di impegnarsi per realizzare il loro progetto di vita? Da dove viene tanta intolleranza? Si era ciechi prima del matrimonio?

Non si era ciechi, si era innamorati e l'amore rende leggero ogni peso, perdona tutto, alimenta la speranza che le cose cambieranno.

Ma ciò che non si sa o che si sottovaluta è il fatto che le nostre scelte e l'amore stesso devono essere messi alla prova per verificare di che lega sono ed ecco che, a mettere alla prova l'amore ci pensano i difetti , presenti come semi di zizzania dentro i due e che il nemico si incarica di potenziare con la suggestione, agendo sulla fantasia e sulla sensibilità.

La zizzania comincia allora a germogliare tra il grano dell'amore puro e la vita comincia a presentare difficoltà: ci si stupisce, ci si scoraggia, si comincia a pensare di aver sposato una persona che non corrisponde a quella che si era scelta; il confronto comincia a diventare violento oppure si comincia a cadere in depressione, a chiudersi in se stessi, a sperimentare l'infelicità.

Ma cosa c'entra il nemico con l'amore coniugale? Il tentatore è nemico di Dio e nemico di quanti si orientano a vivere secondo Dio. Il matrimonio nasce dall'amore, ma l'amore ha la sua sorgente in Dio. Due che si innamorano, senza avvedersene, sono oggetto dell'effusione di un nuovo tratto della somiglianza con Dio, da parte dello Spirito; il dono che ricevono è il dono dell'amore coniugale. Ora la sponsalità appartiene a Dio, è un suo attributo, Lui vuole accogliere nell'orbita del suo amore infinito, perfetto, eterno tutte le sue creature, il che equivale a sposare le sue creature. La sponsalità terrena non è che una partecipazione a questa prerogativa divina, concessa agli uomini per rendere meno penoso il soggiorno sulla terra.

Nel Piano di Dio la sponsalità riproduce il dinamismo d'amore che lega in unità la Trinità stessa: l'amore esige l'alterità ma crea l'unità. Quindi non ci dovrebbe essere niente di più affascinante di due creature che, unite dall'amore, vivono in armonia di intenti e di vita, ma spesso così non è, proprio perché il tentatore è invidioso di tanta felicità , perciò semina zizzania tra i due: sarà l'intolleranza reciproca, l'intolleranza della suocera che s'intromette nella vita della coppia, sarà una segretaria avvenente, che può farci illudere che la trasgressione premia più della fedeltà, può essere un vizio che prevale e assorbe tutto il tempo libero e non lascia spazio al coniuge e alla famiglia…. Il tentatore spia nella nostra vita e vede quali sono i punti fragili e lavora a creare brecce sempre più grandi, per portare la coppia all'esasperazione.

E Dio che fa? Perché lascia la coppia in difficoltà?

Dio da sempre ci educa all'amore perfetto, capace di resistere ad ogni difficoltà, ma noi non diamo il giusto peso alle sue parole; inoltre dice esplicitamente nella parabola di lasciare che la zizzania cresca insieme al grano, perché la zizzania funge da stimolo a potenziare e rafforzare l'amore, perché l'amore, se resiste alla prova, diventa più forte e migliora la sua qualità.

Il fatto è che la persona, man mano che cresce negli anni, dovrebbe crescere anche in saggezza e imparare:

  1. ad evitare i pericoli,
  2. a fare opera di prevenzione,
  3. a valorizzare tutti i mezzi che ci permettono di tenere sotto controllo la nostra natura,
  4. a mettersi in relazione con gli altri in maniera positiva.

Se fosse fatta quest'opera di prevenzione e di attenzione alla salute della coppia, si sarebbe capaci di riconoscere le prove e si imparerebbe a viverle come importanti momenti di verifica, quindi come grandi opportunità, addirittura come doni.

Questi doni hanno la caratteristica di esserci rivestiti di carta ruvida , grossolana, spesso un po' sudicia. A imbrattare e a rendere impresentabile il dono è l'egoismo, la superbia non controllata, l'inganno, la doppiezza, la sensualità, l'infedeltà, l'irascibilità, cioè i difetti del coniuge o dei figli e parenti, ma a non saperli riconoscere come doni preziosi ci sono i nostri difetti , che ci rendono offesi, tristi, incapaci di “scartare” il dono con il dialogo, la pazienza, la misericordia e di accoglierlo perdonando il limite del coniuge.

Allora la zizzania sta già in noi , “il tentatore” la può solo esasperare, mettendoci davanti agli occhi una lente di ingrandimento che ce la fa vedere insopportabile.

Il momento della tentazione è il meno opportuno per prendere decisioni; per questo Gesù dice: “Lasciate che la zizzania cresca insieme al grano” perché estirpando la zizzania la coppia potrebbe separarsi e quindi interrompere la crescita, sia pure faticosa, nell'amore. Se invece, attraverso il perdono immediato, la pazienza, l'attesa umile e la preghiera costante, si rimane uniti, la coppia o almeno un elemento di essa, dilata il cuore ad un amore sempre più grande, sempre meno gratificante e quindi più meritorio, si santifica e porta frutti che si gustano fin da questa terra (sotto forma di tranquillità di coscienza) e ancor più in cielo.

Quando, giorni fa, è morto un nostro giovane amico, che a suo tempo, insieme alla moglie, avevano affrontato e superato la verifica del loro amore, soffrendo, ma rimanendo fedeli, la prima cosa che mi ha detto la moglie è stato: “Meno male che non ci siamo separati!”

Se si fossero separati avrebbero interrotto una storia d'amore nel suo punto culminante, avrebbero interrotto anche la loro crescita, rimanendo adolescenti immaturi, avrebbero dato dolore ai figli e, a storia conclusa, sarebbero rimasti con il rimorso di non aver fatto tutto il possibile.

La prova è sicuramente un momento di sofferenza e non possiamo stupirci che le persone la vivano con difficoltà. Quello che si deve fare è rimanere loro vicini e consigliare loro di resistere, di non esasperarsi, di sapere attendere e soprattutto si deve pregare per loro, perché riescano a vincere il male con il bene e a rimanere nell'amore. La vera amicizia si scopre proprio nel momento della difficoltà. L'amico che nel momento difficile si dilegua non è vero amico, non dimostra di amare l'amico ma di servirsi di lui solo per divertirsi insieme, quando invece c'è da soffrire insieme fugge.

Si farebbe ancora peggio se si alimentasse la zizzania , facendola vedere ancora più brutta di quanto non sia, sottolineando i difetti del coniuge ed esasperando l'emotività della persona interessata, magari suggerendo, per falsa compassione, l'infedeltà e l'abbandono.

Amici di questo genere si renderebbero, forse senza accorgersi, manovali del tentatore.

Quando Pietro voleva dissuadere Gesù dal compiere la volontà del Padre, che lo avrebbe portato alla croce, Gesù disse: “Tu sei Satana per me”. Sicuramente Pietro amava il Maestro e non voleva perderlo, ma, preso da affetto morboso e incontrollato, gli suggerì l'infedeltà.

Gesù era forte e seppe respingere il consiglio sbagliato.

Così la coppia, quando capisce che sta ricevendo un consiglio che non risponde agli imperativi profondi della propria coscienza, che non corrisponde alla logica del Vangelo, che spinge al più facile e non al più utile e importante, deve, come Gesù, saper rifiutare il consiglio sbagliato e magari mettersi in preghiera per ricevere la forza dall'alto per superare la prova.

Così fece Gesù al Getsemani: con il volto a terra invocava il Padre: “Padre, se è possibile, allontana da me questo calice. Ma non si compia la mia ma la tua volontà”. E il Padre gli diede la forza di arrivare fino alla consumazione del sacrificio, fedele a Dio, fedele a se stesso e fedele all'uomo che egli amava nonostante le sue ingratitudini.

Anche Gesù vide nel campo che Lui aveva lavorato con tanto amore e con sacrificio senza riserva, crescere tanta zizzania, che portò la sua sofferenza al massimo grado, cioè fino alla morte atroce, ma restò fedele ed ottenne dal Padre ogni potere in cielo e in terra, proprio per merito del suo sacrificio senza limite.

Ricordiamo comunque che i semi della zizzania stanno dentro di noi, e potremo impedire che infestino il campo della nostra coppia e della nostra famiglia, vigilando sul nostro cuore, potenziando il seme buono che il Signore semina con abbondanza, bruciando, con la mortificazione, con il perdono, con la pazienza, con un amore più grande del difetto altrui, le radici ostinate della nostra zizzania e facendo in modo che anche il coniuge tenga sotto controllo le sue.

Ricordiamo sempre l'affermazione, forse un po' strana ma tanto vera: Coltiva le virtù nel tuo cuore e le vedrai germogliare nel cuore del tuo coniuge.

Tieni sotto controllo la tua zizzania e vedrai che anche quella del coniuge perderà di potenza.

Anche perché Gesù dice che alla fine dei tempi manderà i suoi angeli che faranno fasci della zizzania e la getteranno nel fuoco ad ardere e, sicuramente noi non vogliamo che questo avvenga né per noi né per il coniuge. Nel fuoco ad ardere ci resti il tentatore che ha scelto di starci, ma non coinvolga anche noi nella sua sorte.

Se invece vogliamo splendere come il sole nel Regno del Padre , buon lavoro e non scoraggiamoci!

Questionario per la riflessione personale:

  1. Sai individuare i semi di zizzania presenti nel tuo cuore?
  2. T'impegni ad estirparla fin nelle radici, perché non danneggi te stesso, la tua coppia, la tua famiglia?
  3. Sai neutralizzare la zizzania presente nel coniuge con il perdono, la pazienza, un amore grande?
  4. Riconosci l'azione del tentatore dentro di te?
  5. La respingi con la preghiera, la fiducia in Dio, la volontà ferma di rimanere nell'amore?
  6. Vivi i momenti difficili della vita familiare, come vere prove di esame del tuo amore?
  7. Oggi nel campo della tua coppia e della tua famiglia, prevale il buon grano o la zizzania?
  8. Se c'è zizzania, sai individuarne la natura? Cosa puoi fare per non farti rovinare il campo?
  9. Se accogli confidenze di amici in difficoltà, sai consigliarli alla fedeltà sia pure difficile?
  10. Sai respingere i consigli sbagliati di parenti ed amici?
  11. Sei fedele alla formazione continua, per tenere sotto controllo la situazione familiare?

 

 

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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