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GIUGNO 2005

     

Parabola della rete (Mt 13,47-52)

Il regno dei cieli è simile anche a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva e poi, sedutisi, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.

Avete capito tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».

La parabola che oggi Gesù ci propone è chiara: riguarda il momento di verità che si farà alla fine di questo mondo.

  • Dio è il grande pescatore,
  • gli uomini siamo i pesci che abbiamo navigato nel mare della vita,
  • gli Angeli sono i servi di Dio che faranno la cernita.

Mi piace pensare che questa rete gettata nel mare della vita sia la Mano di Dio , che si è resa visibile in Gesù. In essa siamo entrati con il Battesimo. Questa Mano ci ha accolti, ci ha sottratti dai pericoli de mare aperto, dove il pesce grande mangia il pesce piccolo, dove è difficile trovare nutrimento, dove la sopravvivenza diventa un incubo, dove i falsi amici di un momento sono tanti, ma all'occorrenza rivelano la loro perfidia abbandonandoci a noi stessi, se non addirittura tradendoci per appropriarsi di ciò che ci è di più caro: il buon nome, la dignità personale, il nostro amore, i nostri beni terreni e, quel che è peggio, i beni della nostra anima…

Per tutta la vita quella Mano santa ha cercato di tenerci nel suo cavo, che si è reso evidente nella Chiesa. Essa ci ha ricordato e ci ricorda le norme sagge che Dio ha dato alle sue creature, ci ripete le Sue Parole di vita, ci assiste lungo il percorso della nostra “navigazione”….

Più e più volte, impazienti e intolleranti di quella protezione, gli siamo sfuggiti : speravamo di trovare la libertà, la felicità in una vita senza regole, ma poi, i falsi amici hanno messo i loro denti su di noi e ci siamo spaventati, ci siamo feriti, abbiamo rischiato la morte….

Angosciati, affaticati e stanchi abbiamo invocato quella Mano che raccoglie, che cura, che protegge, che conforta, che dà sicurezza… Ed essa, pietosa e misericordiosa ci ha ripescato , ci ha rincuorati con la sua Parola, ci ha lavati con il Sangue di Gesù, ci ha risanati o addirittura risuscitati nel sacramento della Riconciliazione , ci ha tenuti al sicuro perché la paura non paralizzasse la nostra vitalità, ci ha ridato fiducia; ci ha nutriti con fior di frumento, col Pane vivo disceso dal cielo per fortificarci, ha illuminato la nostra mente smarrita e confusa con la Luce dello Spirito, ci ha riscaldati col Fuoco Divino , ci ha confermato il suo amore eterno….

Poi ha organizzato la nostra vita indicandoci la strada a noi più propizia e, perché non ci sentissimo soli, ci ha indicato il sacramento del Matrimonio, che riproduce, in chiave umana, l'intima comunione d'amore che c'è nella Trinità santa, perché avessimo un anticipo di cielo fin da questa terra….

Noi abbiamo detto i nostri deboli “Sì”, promettendo di volta in volta di essere fedeli, ma poi, strada facendo, molte volte abbiamo macchiato la veste candida ricevuta nel Battesimo, abbiamo rifiutato l'assistenza sapiente dello Spirito, prendendo sentieri che non erano quelli da Essa indicati, ci siamo infilati in vicoli ciechi dai quali non sapevamo come uscire…. E la tristezza, la paura, l'angoscia hanno ripreso il sopravvento…. E sempre, misericordiosa, quella Mano è venuta a ripescarci, rinnovandoci il perdono e risanandoci con il Sangue redentore.

Molte volte ci ha ripetuto : “Nutritevi con il mio Corpo”, ma noi eravamo troppo affaccendati per trovare il tempo di rispondere al Suo invito e per sedere alla Sua mensa…. E languivamo nell'inedia!

E di quell'alveo santo del matrimonio, che doveva farci sentire meno lontano il cielo che ne abbiamo fatto?

Eludendo la paziente educazione all'amore che Gesù è venuto a farci con la sua stessa vita, abbiamo trasformato le nostre case in anticamere dell'inferno: si sono sentite voci alterate, parole offensive, ingiurie, sospetti, gesti di disprezzo, rimpianti, inganni, infedeltà, forse atti di violenza, mutismi, cuori ermeticamente chiusi nel rancore che non perdona, della disperazione……

E tutto questo alla presenza dei figli che si facevano piccoli per non infastidire la coppia, che tremavano nei loro cuori nel timore del peggio, che, ignari della vita, imparavano dall'uno o dall'altra il non amore, sedimentando nella loro psiche la paura, il senso di impotenza, l'aggressività, la scarsa autostima, mentre il bisogno viscerale d'amore li spingeva a guardarsi intorno in cerchi di chi avrebbe potuto soddisfare il loro bisogno, con il rischio di perdersi definitivamente….

Ma nell'assurdo duello, in tutto quel dimenarsi e divincolarsi e mordersi a vicenda, non uno sguardo a quella Mano protesa nell'atto di soccorrerci e se la voce di Dio ci giungeva attraverso la coscienza, la mettevamo a tacere perché avrebbe bloccato il processo della nostra vendetta….

E così sono passati i giorni, è passata (o forse sta passando) inesorabilmente la vita.

Sappiamo di avere i giorni contati, sappiamo che finché avremo anche un attimo solo quella Mano può salvarci. E' una grande fortuna ma è anche un grande rischio se non ci decidiamo ad afferrarla e ad abbandonarci completamente, “come un bimbo svezzato in braccio a sua madre”.

Vogliamo ancora attendere?

Voglio ancora giocare con la nostra esistenza?

Vogliamo ancora pretendere di saperci guidare da soli?…..

Il sì o il no possiamo dirlo solo noi ma non siamo sicuri neanche di avere un altro attimo di vita, non siamo sicuri neanche di avere per un altro attimo la lucidità mentale per poter fare atti coscienti, non sappiamo neanche quando il Signore dell'universo dirà il suo “Stop” alla storia del mondo. Non sappiamo quando verrà a pescare, quando manderà i suoi Angeli a fare la cernita….

Gesù ci ha messo in guardia

“Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese; siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa.

Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell'alba, li troverà così, beati loro! Sappiate bene questo: se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell'uomo verrà nell'ora che non pensate».

Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».

Il Signore rispose: «Qual è dunque l'amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro. In verità vi dico, lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l'aspetta e in un'ora che non sa, e lo punirà con rigore assegnandogli il posto fra gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più ”. (Lc 12,35-48)

L'insegnamento di Gesù è chiaro: chi vuole trovare in Dio la sua salvezza, deve lasciarsi guidare da Lui, chi vuole seguire il proprio capriccio dovrà subirne le conseguenze.

La fine di questo mondo verrà. Ma quasi certamente sarà preceduta per ognuno di noi dalla fine della nostra esperienza terrena. Sarà il momento più grande e solenne della nostra vita, quello in cui raccoglieremo i frutti delle nostre scelte e inizieremo a viverne le conseguenze..

I momenti importanti della vita si preparano con una cura proporzionata all'evento stesso. Questo momento finale è talmente importante che Dio ci ha dato l'intera vita per prepararlo. “Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese; siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa.

Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli”.

La Parola di Dio, per bocca di Pietro, ci mette in guardia anche dal nemico del nostro bene: “Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico , il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede, sapendo che i vostri fratelli sparsi per il mondo subiscono le stesse sofferenze di voi ”. (1 Pt 5,8-9)

La vita è davvero una lotta, una gara, un'impresa da realizzare. Essa richiede tutto il nostro impegno e tutta la saggezza per non lasciarci sfuggire la prova unica che ci è stata concessa, è una prova senza appello. Ma siamo impastati di umanità e spesso, come “Cappuccetto rosso”, strada facendo, ci attardiamo a raccogliere fiori che ci appassiscono fra le mani, mentre il nemico si aggira, astuto, cercando di prenderci di sorpresa per svuotarci il cestino e impedirci di raggiungere il nostro fine.

Quanti matrimoni entrano in crisi per un momento di disattenzione! Quante vite perdono lo smalto della giovinezza, invecchiando anzitempo, per esperienze di peccato, che hanno fatto pensando di trovare la felicità!

Vivere la Parola di Dio è difficile, ma sicuramente ci libera da angosce che niente e nessuno potrà toglierci e che potranno essere lenite solo dal perdono di Dio e da una fiducia sconfinata nella Sua bontà misericordiosa.

Fino all'ultimo istante di vita potremo sempre salvarci, ma di quante possibilità ci priviamo per l'eternità! Chi riempie la sua vita di amore, acquisterà una dimensione che gli permetterà di dare maggiore gloria a Dio e di avere maggiore potere di intercessione a favore dei fratelli ancora pellegrini sulla terra; Dio stesso imbandirà per lui una mensa e gli servirà il suo amore!

Essere messi a capo dei beni di Dio , significa poter contare su quel tesoro di inestimabile valore, come fosse nostro. Perché la Chiesa permette che veneriamo i santi e ricorriamo alla loro intercessione, se non per questo potere che hanno acquisito sui beni di Dio? Se non perché sono diventati suoi amministratori?

Una vita che punta al traguardo, può avere episodi di malattie, di fragilità mentale, di stanchezza… che impediscono di afferrare e valorizzare il momento che si sta vivendo. Occorre pensare al traguardo finale mentre si hanno le forze e la consapevolezza dell'importanza di ogni piccolo atto fatto per amore, in modo che, anche se il corpo si logora e i processi mentali perdono di efficienza, il tesoro di bene accumulato ci garantirà la riuscita del nostro esame finale sull'amore.

“Chi ha tempo non aspetti tempo”. I proverbi hanno una loro saggezza perché sono frutto dell'esperienza popolare.

Le famiglie cristiane devono respirare aria di paradiso tutti i giorni, tutti i membri della famiglia devono respirare a due polmoni, quello fisico e quello spirituale, solo così la visione del cielo diventerà familiare ai bambini e segnerà i traguardi del vivere. La mancanza di senso della vita è la causa di molti suicidi giovanili. Una vita non ha senso se non ha una direzione, se non si sa da dove origina e dove è diretta. I piccoli traguardi intermedi proposti dal consumismo o comunque dalla nostra società secolarizzata, non hanno il potere di placare i bisogni dell'anima che grida la sua angoscia, sono effimeri, di breve durata, dileguano appena si raggiungono, come i miraggi nel deserto: l'occhio vede luccicare un lago d'acqua, ma il piede non lo raggiunge mai, si sposta con il pellegrino, deludendo le sue attese e spegnendo la speranza che aveva acceso di trovare un ristoro.

La dimensione soprannaturale della vita è senz'altro la fonte della pace interiore, della buona coscienza, della serenità…..

Ma che strani siamo gli uomini, sappiamo che le cose non possono bastarci, ma continuiamo a rincorrerle, pensando che ci possano rendere felici! Quanti castelli abbandonati alle ragnatele e agli scarafaggi custodisce la terra! Quanti tesori gelosamente celati stanno decomponendosi insieme ai loro possessori, inutili, completamente inutili o forse sono solo motivo di purificazione per chi li ha accumulati e non li ha trasformati in beni celesti, investendoli nella banca del cielo!

“Come mi troveranno gli Angeli quando la rete sarà stata tirata a riva? Sarò un pesce sano e cresciuto a dovere, degno di essere presentato alla mensa del Re”?

Questo dilemma possiamo scioglierlo con un buon proposito di accaparrarci tanti beni eterni, con un impegno raddoppiato e triplicato, come chi sa che ha già perso molto tempo e non ha ancora raggiunto la maturità, come chi si scopre ancora non ancora sviluppato a dovere, per inedia, per disidratazione….

Ma per fare questo, bisogna cominciare a guardare agli eventi della vita , lieti o tristi che siano, come altrettante opportunità di crescita spirituale, mediante l'amore che li può trasformare in atti meritori. Il segreto del Regno è sempre e solo l'Amore, ma l'Amore non ha bisogno dello straordinario, perché è in grado, per sua natura, di rendere straordinario l'ordinario. Per questo Madre Speranza, ispirata da Dio, ha riassunto tutta la spiritualità dell'Amore Misericordioso nel motto “Tutto per amore”. Se si fa “Tutto” per amore, non va sciupato nulla, tutto anche gli atti più abitudinari o istintivi che si compiono, come il respirare, i battiti del cuore, i passi che si compiono, le tante attività istintive di cui finiamo per non essere consapevoli, diventano anch'esse meritorie se trasformate dall'amore.

Il merito o la pena saranno proporzionati a quello che si riceve e che si dà: chi più ha ricevuto più dovrà dare, chi meno ha ricevuto, meno responsabile sarà, perché Dio giudica con giustizia d'amore e non pretende da tutti lo stesso frutto; ma chi più avrà dato avrà lo stesso merito promesso agli Apostoli: Dio li renderà amministratori dei suoi beni, e sarà gloria grande.

Questionario di approfondimento personale:

  1. Ripensando alla tua vita: ti sei tenuto sempre sulla mano di Dio, come in una rete sicura?
  2. Se, allettato da falsi miraggi sei fuggito dalla rete, quali sentimenti hai provato?
  3. L'esperienza della vita, ti ha reso più saggio, ti ha fatto capire che il mondo vive di vanità?
  4. Le cose della terra: I soldi, la casa bella, la macchina, i bei vestiti, i tanti oggetti proposti dalla pubblicità, quale attrazione esercitano su di te?
  5. Aspetti con timore o con fiducia l'incontro con Dio?
  6. Ti preoccupi di essere trovato degno della mensa del Re, come un “pesce” ben cresciuto?
  7. Utilizzi il tuo tempo, per trasformare le occasioni della tua vita in atti d'amore?
  8. Sai che gli Angeli ispirano le azioni buone. Come pensi di farteli amici perché non ti scartino?
  9. Pensi ad alimentare la lucerna della tua fede perché non si spenga?
  10. La veste del tuo Battesimo ha bisogno forse di essere ripulita? Conosci lo smacchiatore spirituale?
  11. Lo utilizzi con frequenza ricevendo il sacramento della Riconciliazione?
  12. Ti nutri spesso del Pane di Vita in maniera degna, per essere forte contro il nemico infernale?
  13. Vivi il matrimonio come prova e anticipo della vita di comunione che vivremo nel cielo?

 

 

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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