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FEBBRAIO 2005

     

L'ALBERO E I FRUTTI (Mt 12,33-37)

"Se prendete un albero buono, anche il suo frutto sarà buono; se prendete un albero cattivo, anche il suo frutto sarà cattivo: dal frutto infatti si conosce l'albero.
Razza di vipere, come potete dire cose buone, voi che siete cattivi? Poiché la bocca parla dalla pienezza del cuore. L'uomo buono dal suo buon tesoro trae cose buone, mentre l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae cose cattive. Ma io vi dico che di ogni parola infondata gli uomini renderanno conto nel giorno del giudizio; poiché in base alle tue parole sarai giustificato e in base alle tue parole sarai condannato".

La natura esprime se stessa secondo il progetto che Dio ha messo nel seme di ogni specie umana, animale e vegetale. Quando succedesse il contrario vuol dire che ci troviamo di fronte ad un caso in cui l'uomo, l'animale, la pianta hanno subito un disordine cromosomico e il risultato si considera una malattia.
Se poi l'uomo, l'animale, la pianta non ha le cure necessarie, i frutti nascono ma non giungono a maturazione: nell'uomo e nell'animale abbiamo il rachitismo, nella pianta l'inselvatichimento.
Inoltre l'albero non potato, non liberato da altra vegetazione parassitaria, oppure situato in un luogo in cui non vede il sole, non riesce a portare a maturazione i frutti; questi restano piccoli, duri e attaccati al ramo.
Altro pericolo per le piante sono le piante parassitarie che, attaccandosi al tronco, ne assorbono la linfa vitale e la possono portare alla morte.
Importantissimo, per le piante, è il tipo di terreno in cui è piantata e l'esposizione al sole.

Ma quando Gesù ha narrato la parabola, non degli alberi si interessava, ma mutuava l'esempio dalla natura per parlare del cuore dell'uomo.
Come nel seme dell'albero, così nel cuore dell'uomo c'è un progetto; un progetto che lo colloca in vetta alla creazione, unica creatura autocoscienze, capace di dare voce anche al creato. L'uomo è collocato in un tempo, in uno spazio, in un determinato ambiente. E' lì che l'Architetto divino l'ha pensato come prezioso tassello nella costruzione del suo Regno.
L'uomo è creatura libera e cosciente; in lui l'istinto ha funzione di stimolo ma ad illuminare ogni sua pulsione c'è l'intelligenza e a mettere in atto ogni sua scelta c'è la volontà.
Nonostante sia così corredato, l'uomo può subire la sorte della povera pianta che, lasciata in balia delle intemperie o sottoposta alla lotta per la vita, viene privata del giusto nutrimento, intristisce e muore.
Analizziamo allora i vari aspetti da tenere in conto per avere una vita sana e gradita a Dio.
Gesù ha detto che l'uomo singolarmente preso e la famiglia in particolare è come un albero che produce frutti.
L'albero, come ogni bimbo, nasce da un piccolo seme; la natura del seme e la sua vicenda possono servire alla nostra riflessione:

Il seme per produrre una pianta, deve sprofondare nella terra, deve umiliare se stesso, deve addirittura svuotarsi, perdere completamente se stesso per poter dar vita alla nuova pianta.
Due ragazzi che l'amore chiama alla comunione, sono come il seme dell'albero della famiglia. Ma del seme devono seguire il processo di svuotamento di sé: se non dimenticano se stessi, se non si vuotano nel dono reciproco, nell'amore gratuito, la pianta nuova nata da questo amore, non può crescere.
Perché il seme possa germogliare in vita nuova, deve essere accolto in terra buona; così l'amore umano, per poter produrre frutti di novità, deve cadere in un cuore lavorato dalla buona volontà, dalla spinta vocazionale a creare una nuova famiglia, dal desiderio di fare la volontà di Dio. Solo alla scuola di Dio si impara a lavorare il cuore per disporlo all'amore vero.
Se questo avviene in entrambi i ragazzi, piano piano l'io, con il suo involucro di egoismo, si sgretola, perde la durezza e comincia a non vivere più per se stesso ma per la pianta nuova, che sta nascendo: la famiglia. Se questo lavoro di svuotamento avviene in entrambi, insensibilmente si passa dall'io e te al "noi". Cioè si forma l'embrione della nuova famiglia.
A questo punto i due ragazzi sentono il bisogno di non interporre tra loro spazi e tempi che li allontanano l'uno dall'altro. Generalmente a questo punto la coppia sente il bisogno di sposarsi, di vivere insieme.
La famiglia è ancora come una pianta giovane, bisognosa di molte cure, è una realtà nuova, nata dai due piccoli gameti che hanno accettato di morire alla loro individualità, per espandersi in rami fioriti e poi in frutti saporiti.
Man mano che la famiglia interagisce nel dono di sé, comincia a produrre frutti di amore vero. I primi a goderne sono i coniugi stessi, che gustano, nel dono reciproco, tutti i sapori delle qualità dell'amore: gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, perdono, misericordia, dominio di sé (Gal. 5,22); gustando di questi frutti la coppia e la famiglia cresce e magari sente il bisogno di portare anche frutti di vita, generando un figlio.
Se l'albero della famiglia produce frutti d'amore, può dirsi buono.

Ma anche l'albero buono, perché continui a produrre frutti buoni, ha bisogno di cure.
La famiglia deve curare se stessa per poter essere sempre in grado di produrre frutti d'amore. Come avviene per ogni pianta, così avviene anche per la famiglia: appena la coppia trascura di vigilare sulla propria armonia, di impegnarsi ogni giorno nel dono gratuito di sé, i frutti dell'amore reciproco cominciano a diminuire: diminuisce l'attenzione reciproca, diminuisce l'accoglienza dell'altro/a, diminuisce il rispetto, diminuisce l'armonia di pensiero e di anima; qualche frutto permane: sono i doveri imprescindibili, ma manca la creatività dell'amore, manca lo stupore per le piccole sorprese, manca il clima familiare: si sta meglio fuori casa che dentro casa!… i frutti, anche se spuntano, restano attaccati al ramo per mancanza di accoglienza reciproca…..
Questa coppia comincia a sentire fame e…non trovando alimento in casa, comincia a guardarsi intorno: il divorzio spirituale è in agguato!

La pianta, per produrre frutti buoni, ha bisogno di potatura. La potatura sembra impoverire la pianta, ma l'esperienza ci dice che essa è la condizione perché i frutti siano buoni.
La potatura nella pianta della famiglia può essere:

    · La riduzione delle ore di lavoro, per dedicare maggior tempo alle relazioni familiari.
    · La rinuncia ad un divertimento personale per dare maggiore attenzione ai figli.
    · Il superamento del proprio malumore o del proprio pessimismo, per incoraggiare il coniuge.
    · La disposizione a rinunciare ad un proprio punto di vista non imprescindibile, per favorire la realizzazione di quanto proposto dal coniuge….

Questa potatura permette alla coppia e alla famiglia di produrre frutti di vero amore, frutti buoni e salutari, che formano la gioia, la salute affettiva e anche fisica di quanti abitano in casa.
Se il seme non muore, non produce frutti; se il ramo non viene sacrificato, i frutti non vengono buoni, non giungono a maturazione. E' la legge della vita!
Altra norma prudenziale, mutuata dalla natura è questa:
La pianta, per produrre frutti, deve essere liberata da ogni altra pianta parassitaria, che potrebbe succhiare, insensibilmente, la linfa vitale e procurare la morte.
Anche la famiglia corre il rischio "parassiti"? Ebbene sì.
Come individuare questi parassiti?
La regola d'oro dell'armonia coniugale dice:

"Tutto ciò che favorisce l'armonia coniugale: persone, avvenimenti, cose,
è secondo il piano di Dio.
Tutto ciò che ostacola l'armonia coniugale: persone, avvenimenti, cose,
non è secondo il piano di Dio"
.
Pianta parassitaria, che succhia la linfa vitale della coppia, potrebbe essere:
una persona, estranea alla coppia che si insinua fra i due per dividerli: la famosa segretaria, la suocera, un'amicizia morbosa che non aiuta la coppia a filtrare i problemi alla luce della sapienza evangelica, un datore di lavoro che non tiene in nessun conto le esigenze anche gravi della famiglia…;
una passione: gioco, televisione, internet, film, un lavoro troppo assorbente, l'ansia della carriera, la sete di accumulare ricchezze, droghe, alcool, fumo, eccessi alimentari che debilitano e provocano malattie invalidanti o addirittura mortali, sport vissuto in maniera maniacale;
un affronto subito dal coniuge o dai parenti, che non si riesce a redimere nel perdono, un'occasione che ci allontana dalla famiglia e da Dio, come ad esempio l'invito a far parte di una setta, di un gruppo eversivo, di una banda a delinquere, semplicemente di un gruppo di buontemponi, che oziano e si divertono, senza tener conto delle conseguenze familiari……
La casistica ci dà un ventaglio incredibilmente ricco, la creatività del maligno è davvero sorprendente e le insidie sono ad ogni passo, arrivano silenziosamente fin dentro casa, se non si sta attenti ci si trova invischiati in situazioni rischiose e irreversibili.
Bisogna vigilare sulla pianta della famiglia, perché non sia aggredita da questi parassiti pericolosi e, se già qualcosa si sta aggrappando al tronco della realtà familiare, bisogna correre ai ripari, tagliando energicamente e senza tentennamenti, le cause che stanno debilitando l'armonia familiare o che stanno mettendo in crisi principi e valori indiscutibili.

Potrebbe invece favorire l'armonia familiare:
persone: una persona saggia, che la famiglia si sceglie come guida spirituale, un gruppo di amici che s'incontrano per riflettere sulla vita familiare, parenti o persone di buona volontà, che, all'occorrenza, possono darci un amano per superare un'emergenza di qualsiasi tipo…..;
avvenimenti: può favorire l'armonia familiare la consultazione della Parola di Dio, che ci educa all'amore; un tempo programmato dalla coppia per celebrare avvenimenti familiari o per organizzare la vita di famiglia; un tempo di sano divertimento insieme ai figli per riconfermare l'effetto reciproco; la preghiera di coppia e di famiglia, che ci pone tutti insieme di fronte a Dio, per esprimergli il nostro amore e per sentirci amati da Lui; l'atteggiamento favorevole ad ascoltare i problemi che i figli portano a casa, per aiutarli ad inserirsi nel nostro mondo senza correre rischi eccessivi; accompagnare i figli nelle esperienze religiose, vivendole con loro….;
cose: mettere in casa qualche immagine religiosa, giornali, libri e riviste formativi, fare gesti di solidarietà, coinvolgendo anche i figli, magari privandosi di qualcosa di piacevole in favore di chi soffre; celebrare compleanni o ricorrenze significative, con iniziative e oggetti che fanno piacere al coniuge e ai figli, spegnere il televisore o chiudere il giornale quando un figlio o il coniuge vuol parlare; preparare con amore ogni colazione, ogni pranzo, ogni cena; provvedere che a nessuno della famiglia manchi il necessario e offrirglielo sempre per amore senza farlo pesare; educare i figli ad avere attenzioni verso gli altri membri della famiglia…..

La famiglia è una realtà complessa, non si può pensare di vederla portare frutti, senza averle dedicato attenzioni e cure. La vita ci travolge nei suoi ritmi frenetici, tesi quasi essenzialmente a provvedere alle necessità materiali, questi assilli ci rubano il tempo per l'anima, che non grida con la bocca il suo bisogno di cibo, ma grida attraverso gli occhi: guardate gli occhi del vostro coniuge, dei vostri figli e capirete cosa dice la loro anima. Certo, chi vive distrattamente, non può accorgersi e può anche stupirsi di fronte a certe scelte drastiche come: l'allontanamento da casa, la scelta di una vita randagia, il rifugiarsi nella droga, la chiusura in se stessi, anche certi fidanzamenti precoci e non ponderati…. Queste decisioni vengono proprio dalle esigenze dell'anima non soddisfatte, non prese in considerazione. A volte può sembrare proprio il contrario, perché le scelte sembrano eversive e fuori norma, ma le persone non educate sapientemente e a tempo dovuto, cercano vie di fuga dai loro problemi, che possono creare anche problemi più gravi, ma il tentativo era quello di liberarsi dall'angoscia: l'albero della loro vita non portava frutti, la vita sembrava inutile e vuota, senza significato, e allora……
E' importante avere dei traguardi per noi stessi e aiutare il coniuge e i figli a individuare i propri. Fare in modo che si tratti di traguardi che soddisfano l'anima e non solo l'ambizione, perché l'ambizione potrebbe non bastare e addirittura rafforzare il problema.
L'uomo è una creatura speciale, non vive di solo pane, non vive neanche di solo affetto, vive per esprimere un progetto scritto nell'embrione del suo essere e non è soddisfatto finché non lo vede realizzato. Se al bambino può bastare vedere spuntare da sé tanti fiori, l'adolescente e il giovane ha bisogno di veder fecondare questi fiori e l'adulto ha bisogno di vederli trasformati in frutti; se ciò non avviene, si avverte il "non senso, il vuoto, ci si sente inutili e infelici.
Perché questo non avvenga, è necessario che la pianta della famiglia, globalmente e singolarmente presa, sia esposta al sole di Dio.
Alla pianta basta il sole alla creatura umana occorre il Sole che non tramonta, il Sole divino. Senza questo sole, l'azione clorofilliana, che trasforma i semplici sali in sostanze nutrienti e saporite, non avviene; senza il Sole divino, che trasforma le semplici incombenze del quotidiano, in atti d'amore dai sapori più svariati e gustosi, si resta sterili e insignificanti. Affetto, tenerezza, bontà, comprensione, altruismo, sostegno, perdono, fiducia, forza, fedeltà, coraggio di fronte alle prove…. Sono le esigenze del cuore umano; se non le trova e non le esprime a sua volta, si sente vuoto e povero, privo di senso.
Ma il Sole c'è, dipende da noi saperci liberare dal ginepraio del mondo, che ci soffoca sotto il suo fogliame inutile. Quante cose ci sembrano più importanti di Dio e ci fanno rimandare Dio sempre a dopo…. Che poi diventa mai!
E' necessario liberarsi dalle false esigenze della nostra società, è necessario saper fare delle scelte non dettate da quello che fanno i più, ma dalle esigenze profonde di ognuno di noi e della famiglia tutta. A volte può sembrare che se i figli non si adeguano al mondo, non stanno bene, ma staranno molto peggio se vi si adeguano; quindi, attraverso l'azione educativa paziente, attraverso la riflessione profonda, attraverso la meditazione di quanto sta succedendo intorno a noi, bisogna far maturare l'esigenza di cercare vie nuove, che soddisfino i bisogni profondi dell'anima.
Il Signore ci assista in questo lavoro, ci benedica e ci conceda di produrre frutti di vero amore.

Questionario di approfondimento:
1. La tua famiglia è un albero del giardino di Dio; a tuo parere sta portando frutti buoni?
2. Ti preoccupi di non farle mancare le cure necessarie perché possa crescere bene?
3. Osservando ogni membro della famiglia, ne vedi qualcuno un po' rachitico, un po' sofferente?
4. Come coppia vi state impegnando perché non manchi a nessuno la dovuta attenzione?
5. Date esempio e nutrimento di amore generoso, paziente, longanime, fedele ai figli?
6. C'è qualche tarlo, qualche parassita in fondo al vostro cuore, che non vi permette di portare frutti di vero amore? (superbia, avarizia, lussuria, ira, gola, invidia, accidia…)
7. Avete idea che ci sia bisogno di potare qualche ramo superfluo, che appesantisce inutilmente la vita della tua famiglia? (impegni vani, perdite di tempo, passatempi dannosi.. altro)
8. Individuate qualche parassita che mina la vostra armonia coniugale e familiare? (persone, avvenimenti, cose….)
9. C'è qualcuno in famiglia che cerca di prendere vie di fuga per non affrontare i problemi?
10. Come coppia, vi sentite forti per difendere voi stessi e gli altri membri della famiglia da qualsiasi pericolo? Donate fiducia a chi vi vive accanto?

 

 

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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